Sabato 28 Settembre 2024

Strage Corinaldo, processo sulla sicurezza: tutti assolti dai reati più gravi. “Mia sorella uccisa di nuovo”

La sentenza del Tribunale di Ancona: i nove imputati assolti dall’accusa di omicidio colposo plurimo. Condanne minori per il reato di falso. Rigettate anche le richieste di risarcimento alle famiglie delle sei vittime. La rabbia di uno dei papà: “Io non mi riconosco più in questo Stato”

Corinaldo (Ancona), 17 giugno 2024 – Sei vittime in una serata di festa a Corinaldo, vite rimaste sul terreno, precipitate da un ponticello, calpestate da una folla impazzita che tentava disperatamente di uscire dalla discoteca Lanterna Azzurra diventata una trappola. Era la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018.

Gli imputati e le accuse

Oggi la sentenza (VIDEO) del processo bis: quella riservata ai cosiddetti colletti bianchi e alle responsabilità in termini di sicurezza e autorizzazioni amministrative. I nove imputati sono stati tutti assolti dai reati più gravi, compresa l'accusa di omicidio colposo plurimo. Secondo la pubblica accusa la Lanterna Azzurra aveva gravi carenze strutturali e non sarebbe dovuta stare aperta.

Tra i nove gli imputati anche l’ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, i membri della commissione che rilasciarono la licenza alla discoteca, due tecnici e un socio della Magic Srl che aveva in gestione la 'Lanterna azzurra'.

La sentenza

Assolti perché il fatto non sussiste, con formula piena, da omicidio colposo plurimo, disastro colposo tutti gli imputati. Rigettate le richieste risarcimento danni. Alla società Magic condannata alla Sanzio e amministrativa di 90.300 euro. Le condanne solo per il reato di falso.

Nessun risarcimento è dovuto alle vittime. L'ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi (presiedeva la commissione) 1 anno; Massimo Manna, di Corinaldo, responsabile del Suap 1 anno; il vigile del fuoco Rodolfo Milani, di Ancona 1 anno e 2 mesi; Francesco Gallo dell'Asur (ex area vasta 2 di Senigallia), di Falconara 1 anno; Massimiliano Bruni, il perito esperto di elettronica, di Senigallia 1 anno, e Stefano Martelli, della polizia locale, di Monsano 1 anno. Francesco Tarsi, ingegnere ingaggiato dalla Magic, 4 mesi. I permessi per la sala da ballo sono stati rilasciati dalla commissione ad ottobre del 2017. Per la pubblica accusa non c'erano le condizioni per far restare la Lanterna Azzurra aperta, adibita a poco più di magazzino agricolo.

Lo spray 

Quella notte nel locale, che era pieno di giovani che attendevano avesse inizio l'esibizione del cantante Sfera Ebbasta, fu spruzzato dello spray al peperoncino, si scatenò il panico: nella fuga e nella calca lungo una rampa, all'esterno di un'uscita, crollarono le balaustre e sei persone morirono travolte. 

La banda

A spruzzare lo spray furono i componenti di una banda che avevano già fatto vari colpi con la stessa tecnica: nella calca del fuggi-fuggi sfilavano collane e portafogli indisturbati. I ragazzi erano della Bassa Modenese: sei sono già stati già condannati in via definita in Cassazione con pene tra i 10 e i 12 anni e il settimo ha una condanna di primo grado decisa lo scorso anno pari a 10 anni e 5 mesi.

Le sei vittime

A perdere la vita furono cinque giovanissimi, Emma Fabini, Asia Nasoni, Mattia Orlandi, Daniele Pongetti, Benedetta Vitali e una mamma di 39 anni, Eleonora Girolimini, che aveva accompagnato una dei suoi quattro figli al concerto.

La rabbia dei parenti

"E’ stata un’ulteriore uccisione dei nostri figli, lo Stato si deve vergognare – si dispera Fazio Fabini, papà di Emma – Se questo è il processo che lo Stato riesce a fare io non riconosco questo Stato: è vergognoso per i nostri figli". "Oggi dopo quasi sei anni – tuona il papà – il risultato è che gli imputati sono stati ritenuti non colpevoli per la maggior parte dei reati più complessi. Tutto ciò che è successo è solo per una piccola inesattezza perché, per il resto, ognuno ha compiuto il proprio dovere: allora io vi dico che non voglio più sentire un politico, un rappresentante dello Stato a cui io appartengo, che abbia il coraggio di dire che questa sarà l'ultima volta".

"Tirare fuori le parole oggi è più difficile rispetto a quando se ne è andata mia sorella perché l'hanno uccisa un'altra volta, speravo che tutto quello che ho sentito durante le udienze fosse terminato invece oggi è stata la ciliegina sulla torta", sottolinea Francesco Vitali, fratello di Benedetta.