
Altavilla Milicia (Palermo), la villetta della strage
Palermo, 6 marzo 2025 – Il gup del tribunale dei minorenni di Palermo, Nicola Aiello, ha condannato a 12 anni e 8 mesi la ragazza che, insieme al padre Giovanni Barreca e a una coppia di amici fanatici religiosi, ha ucciso la madre e due fratellini durante un folle rito di liberazione al demonio ad Altavilla Milicia (Palermo). La giovane, oggi maggiorenne, è stata giudicata col rito abbreviato dal tribunale dei minori perché all'epoca dei fatti aveva 17 anni. Accusata di omicidio plurimo aggravato e occultamento di cadavere, il pm aveva chiesto una pena più alta (18 anni).
Poco prima della condanna della ragazza si era conclusa la prima udienza in Corte d'assise contro gli altri tre imputati per la strage, il padre, Massimo Carandente e Sabrina Fina. Quest'ultima ha rilasciato dichiarazioni spontanee, negando di avere commesso omicidi e sostenendo invece di essere "una chioccia amorevole", incapace di fare del male e di amare i bambini e gli animali. Oggi i giudici della Corte d'assise hanno anche ritenuto Giovanni Barreca capace di intendere e di volere (in un primo tempo gli era stata riconosciuta l'incapacità dal gip termitano).
Il triplice omicidio venne commesso la notte del 10 febbraio 2024 in una villetta di Altavilla Milicia. Qui erano stati rinvenuti i resti bruciati di Antonella Salamone, 40 anni, e i cadaveri dei figli Kevin di 16 ed Emmanuel di 5. A chiamare i carabinieri, confessando i delitti, era stato il capofamiglia Giovanni Barreca, mentre la figlia maggiore era stata trovata in una stanza che dormiva. In seguito la giovane aveva raccontato agli inquirenti cosa fosse accaduto in casa, rivelando la sua partecipazione e dichiarano di non aver ceduto alle suppliche della mamma che le chiedeva di chiamare i carabinieri. E che, anzi, avrebbe rifatto tutto. Le autopsie hanno confermato che tutte le vittime erano state torturate prima di essere uccise.