Palermo, 17 febbraio 2024 – Gli occhi del medico legale, Davide Albano, esprimono l’orrore per quello che ha visto. Il professionista svolge l’autopsia al Policlinico di Palermo sui resti delle vittime della strage di Altavilla Milicia: Antonella Salamone, 40 anni, e i suoi due figli, Kevin di 16 anni ed Emanuel di 5. "Raramente ho visto una ferocia di questo genere", sibila il medico legale, uscendo dal ‘Paolo Giaccone’.
Sul corpo del più piccolo ci sono i segni di sevizie prolungate, forse per settimane (alcune ferite si erano cicatrizzate), con cavi elettrici, attizzatoi e fili di ferro. L’altro figlio, invece, è morto per soffocamento con uno strofinaccio ficcato in gola, incaprettato con una catena rimasta attaccata al letto. La loro madre sarebbe stata uccisa prima dei ragazzi, il corpo smembrato e poi sepolto nella campagna dietro casa. Per la strage di Altavilla sono quattro gli indagati, accusati di omicidio plurimo e soppressione di cadavere: il reo confesso Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime, i presunti complici Sabrina Fina e Massimo Carandente e la figlia diciassettenne di Barreca che avrebbe partecipato attivamente agli esorcismi e agli omicidi convinta che il demonio fosse entrato in casa e nei corpi delle vittime. È stata lei stessa a confessarlo ai magistrati della Procura dei minorenni che, dopo l’arresto del padre, l’avevano affidata a una comunità protetta. E ora dal carcere chiede: "Quando potrò rivedere mio padre?".
Proprio sulla ragazza emergono, in queste ore, tre particolari inquietanti. Anzitutto si sarebbe addormentata con i cellulari di Kevin e della madre accanto, sottratti perché non potessero chiedere aiuto. Poi, al contrario di quanto si era detto nei momenti successivi all’arresto del padre, la ragazza non era affatto in stato confusionale all’arrivo dei carabinieri. Dormiva, invece, tranquillamente nella sua stanza. Addirittura, terzo agghiacciante dettaglio, mentre madre e fratelli venivano massacrati avrebbe scambiato decine di messaggi con le amiche, restando per un giorno e mezzo tranquilla nella sua stanza mentre in quella accanto giacevano i corpi senza vita dei suoi fratelli. "Rifarei tutto, dovevamo liberarli dal diavolo", avrebbe detto al procuratore per i minorenni Claudia Caramanna, non mostrando alcun pentimento e, anzi, la convinzione che la sua casa fosse infestata da presenze demoniache. Secondo una ricostruzione temporale, che si può desumere dall’esame autoptico, tra i due fratelli a essere ucciso per primo sarebbe stato il piccolo Emanuel, torturato, colpito a pugni e calci per espellere Satana dal suo corpo, e poi strozzato. Successivamente sarebbe stato strangolato anche Kevin che, questo è un punto su cui si stanno conducendo approfondimenti, avrebbe partecipato all’esorcismo sul fratello, prima di esserne anch’egli vittima. Anche Kevin era convinto, come il resto della famiglia, peraltro, che il diavolo avesse preso possesso del corpo del fratellino. Antonella sarebbe stata prima soffocata, poi data alle fiamme, infine smembrata. La donna, secondo quando ipotizzano gli inquirenti, sarebbe stata condannata a morte, dopo un’iniziale partecipazione, perché si sarebbe opposta al proseguimento dei rituali esorcistici sul figlio più piccolo, sollecitati dalla coppia Carandente-Fina (i cui legali hanno rimesso il mandato per "motivi professionali").
Una punizione esemplare per essere diventata succube e complice del Malefico e aver minacciato di telefonare ai carabinieri, questa la spiegazione. Il ruolo della coppia di palermitani (ma l’uomo è originario del Napoletano) è stato chiarito dalla diciassettenne. Sarebbero stati loro a condurre il rito di purificazione che rievoca le pratiche della caccia alle streghe, annunciando tempo prima il loro arrivo a Barreca: "Organizza un fine settimana con i tuoi figli". Una presenza finalizzata all’esorcismo. "Avevano ragione, mamma ed Emanuel erano posseduti", ha spiegato al magistrato la minorenne.