Roma, 21 novembre 2024 – La Chiesa mera cantrice di se stessa rischia di steccare. Esagerazioni e soprattutto omissioni allontano più che avvicinare alla realtà effettiva di ciò che si vuole raccontare. Su questa direttrice papa Francesco, dopo aver pubblicato a luglio un documento sul ruolo della letteratura nella formazione, torna ad insistere sulla centralità della cultura umanistica e dà alle stampe una lettera sul rinnovamento dello studio della storia della Chiesa, una disciplina che aiuta il popolo di Dio “ad imparare dai suoi errori e dalle sue cadute“.
Di fronte “alla cancellazione del passato e della storia o ai racconti storici ‘tendenziosi’ – osserva il Pontefice nella missiva pensata (solo) in prima battuta per i sacerdoti – il lavoro degli storici così come la sua conoscenza e ampia diffusione possono fare da argine alle mistificazioni, ai revisionismi interessati e a quell’uso pubblico impegnato in modo particolare a giustificare guerre, persecuzioni, produzione, vendita, consumo di armi e tanti altri mali“.
Se non è un esplicito mea culpa per gli errori del passato commessi in nome e per conto della Chiesa, la missiva di papa Francesco è senz’altro una presa di distanza da un certo “monofisismo ecclesiologico”, per dirla in senso tecnico proprio con le parole del Pontefice. Se in gergo teologico l’espressione qualifica l’eresia, che in Cristo coglieva la sola natura divina, condannata nel 451 dal Concilio ecumemico di Calcedonia, in campo storiografico si riferisce, invece, ad “una concezione troppo angelica della Chiesa, di una Chiesa che non è reale perché non ha le sue macchie e le sue rughe“. Certo questa, spiega il Papa, “come la mamma, va amata così come è“, ma non è più tempo di correre “il rischio che tale tipo di studio possa mantenere una certa impostazione meramente cronologica o addirittura una sbagliata direzione apologetica“. L’amore non ammette omissioni, sensazionalismi o giustificazioni, neanche quando si tratta di scrivere la storia della Chiesa.
“La lettera del Papa sull’importanza della storia della Chiesa segna un passo ulteriore nel rinnovamento ecclesiale promosso da Bergoglio – commenta Daniele Menozzi, professore emerito di Storia contemporanea alla Scuola normale superiore di Pisa, a dicembre in libreria col suo nuovo volume Lezioni di storia della Chiesa (Morcelliana) –. Francesco sollecita l’abbandono di quella visione apologetica della disciplina che l’aveva caratterizzata a partire dall’età costantiniana. Lo studio del passato, condotto con tutti gli strumenti critici, è chiamato, da un lato, a mostrare debolezze, errori, e deviazioni, in modo che la Chiesa possa meglio conformarsi al volto ad essa assegnato da Gesù, dall’altro, a restituire quelle voci di credenti che spesso i vincitori hanno fatto tacere, ma che mostravano un’autentica fedeltà al Vangelo“.