Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

“Stop alle deroghe per le concessioni delle spiagge”. La decisione del Consiglio di Stato: via alle gare

Confermata la scadenza al 31 dicembre 2023. La sentenza contesta anche la tesi del governo che la risorsa spiaggia non sia “scarsa”

Consiglio di Stato: stop a deroghe per concessioni balneari

Roma, 30 aprile 2024 - Le deroghe alle concessioni demaniali per le spiagge fissate al 31 dicembre del 2024 vanno disapplicate: oggi il Consiglio di Stato ha confermato la scadenza al 31 dicembre dello scorso anno. La sentenza sottolinea anche la risorsa spiaggia "è scarsa", una decisione che segue "i principi della Corte di Giustizia Ue" per dare "immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale".

“Principi della Corte di Giustizia Ue”

La sentenza N. 03940/2024, decisa dalla VII sezione il 12 marzo e pubblicata oggi, fa riferimento a un ricorso del 2023 di un proprietario di uno stabilimento balneare a Rapallo. I principi a cui si sono richiamati i giudici ricalcano quelli della "Corte di Giustizia Ue, 20 aprile 2023, e a tutta la giurisprudenza europea precedente di dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale".

Il Consiglio di Stato: risorsa spiaggia è scarsa

Quindi i giudici sottolineano l'obbligo ora per i comuni di disapplicare le deroghe già date, visto che è stata confermata la scadenza del 31 dicembre 2023. Altro punto importante della sentenza è dove il Consiglio di Stato contesta l'interpretazione del governo che la risorsa spiaggia non sia scarsa, come era sostenuto nella mappatura inviata a Bruxelles per giustificare la mancata applicazione della direttiva Bolkenstein.

Le reazioni

''Il Consiglio di Stato ha bisogno di consigli sul suo stato. Che appare, diciamo, criticabile. Dovrebbero sapere, al Consiglio di Stato, che è stata fatta una mappatura delle coste italiane e risulta che quella delle spiagge non è una risorsa scarsa. È un dato certo, verificato dal governo, documentato con dati inoppugnabili. Spiace davvero che il Consiglio di Stato dia consigli sbagliati allo Stato e prescinda dalla realtà. Questo è un problema molto serio e molto grave. Del quale da qualche parte si dovrà pur discutere. Se il Consiglio di Stato decidesse che oggi è venerdì, tuttavia oggi resterebbe sempre martedì. Diamo un consiglio al Consiglio di Stato. Legga documenti e certificazioni e dia consigli migliori allo stesso Stato che dovrebbe corroborare, non ostacolare'', il commento del presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri. Completamente opposto quello di Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra: "Oggi con la sentenza del Consiglio di Stato viene sbugiardato il lavoro di mappatura delle spiagge del governo Meloni che aveva allungato le spiagge italiane di 3 mila km portandole da 8.000 a 11.000 km. solo per dimostrare che le spiagge italiane sono un bene disponibile e quindi non mandare a gara le attuali concessioni demaniali. La sentenza stabilisce non solo che è illegittimo prorogare le concessioni demaniali marittime, ma anche che le spiagge sono una risorsa scarsa. Contrariamente a quanto definito dalla mappatura del governo. Il gioco truffaldino è stato svelato anche da un tribunale". Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi: "Le gare per l'assegnazione vanno fatte subito. La famosa mappatura è solo una presa in giro e un tentativo maldestro di aggirare le norme europee per favorire la lobby dei Balneari tanto cara ai partiti di maggioranza. Alla faccia di tutti quegli imprenditori italiani che vorrebbero entrare nel settore che ma vedono il muro di un esecutivo che vuole meno Europa e ha solo l'interesse di proteggere una corporazione, punendo tutti gli altri italiani . Si alzino subito i canoni delle concessioni demaniali e si mettano a gara le spiagge".

Presidente Imprenditori balneari: "Gli stabilimenti rischiano di restare chiusi quest'estate"

"Gli stabilimenti balneari per questa estate rischiano di restare chiusi se le cose resteranno così", è il pensiero di Giuseppe Ricci di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), presidente degli Imprenditori turistici balneari italiani, riportato dall'Ansa. "Se per il Consiglio di Stato occorre subito procedere alle gare, allora significa che l'estate al mare è a forte rischio, anche se noi siamo pronti a dare battaglia". Ricci ha spiegato: "Ci sono famiglie che sono ancora indebitate per i lavori effettuati agli stabilimenti e ora che fine faranno? Vogliamo delle risposte certe dal nostro governo e le vogliamo entro e non oltre il prossimo 9 giugno quando si voterà per le europee". Il rischio di mandare sul lastrico gli imprenditori turistici: "Qui credo che siano tutti impazziti vogliono metterci in ginocchio, ma noi ci tuteleremo in tutte le sedi legali". Ma per Ricci si dovrà pensare a cosa fare nell'immediato: "Se dobbiamo aprire o meno gli ombrelloni ce lo dovrà dire la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ci aveva promesso che avrebbe risolto la questione una volta per tutte, adesso è giunto il momento di risolverla, altrimenti addio mare".

Assobalneari: 300mila posti di lavoro a rischio

Assobalneari: "Assistiamo alla pubblicazione di due sentenze del Consiglio di Stato in contrasto tra loro: una impedisce temporaneamente la messa a gara delle concessioni balneari e rimanda alla Corte di Giustizia Europea ogni decisione, l'altra invece obbliga i comuni a indire subito le gare. Poche idee e ben confuse!", ha commentato Assobalneari aderente a Federturismo Confindustria e La Base Balneare con Donnedamare. "In particolare, la scellerata sentenza del Consiglio di Stato che obbliga i Comuni italiani a indire gare per riassegnare le concessioni balneari subito, in disaccordo con quanto definito nel "Milleproroghe". Tutto ciò avrò effetti devastanti sull'occupazione mettendo a rischio l'intero settore che arriva ad occupare fino a 300mila lavoratori.

Federbalneari: siamo sgomenti

"Siamo sgomenti per l'ennesima sentenza del Consiglio di Stato che non rispetta neppure la legge Draghi sui termini del 2024 – dice Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia – in attesa di una riforma del settore balneare ormai attesa né il lavoro richiesto dalla direttiva servizi sulla mappatura che il Governo sta gestendo né tantomeno il negoziato formale con la Commissione Ue per una riforma che riteniamo ormai necessaria per mettere ordine al settore. Contrari ai tribunali che fanno le norme sostituendosi al Parlamento e intervenendo anche sui principi eurounitari. Situazione di caos che il nostro Paese non può certo permettersi a stagione avviata".