Milano – Le donne erano chiamate “cavalli”, o p... o tr.. mai per nome, l’importante era “pippare” e “strisciare le carte” di credito. Poi l’alcol a fiumi. Costoso e pregiato. E per i clienti speciali, come ereditieri con il portafogli gonfio, imprenditori romagnoli o trentini, youtuber, giornalisti di gossip, influencer, e qualche rappresentante di seconda fila delle forze dell’ordine, c’era un privé con la moquette rosa e un soppalco per il sesso a pagamento. Il locale, assieme a quello ufficioso - La Malmaison - è stato sequestrato ieri mattina all’alba dagli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf: lì hanno trovato pure un piatto con della cocaina, resti probabilmente dell’ultima serata. Sequestrati anche 900mila euro, provento di autoriciclaggio, una delle accuse ipotizzate a vario titolo con il favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e la detenzione e spaccio di stupefacenti. Reato quest’ultimo che riguarda anche qualche pusher, ma non Stefania Nobile, finita sotto inchiesta perché si occupava della gestione economica e amministrativa della “Ginto Eventi srl”, società di catering da lei creata e intestata a Lacerenza, per giustificare il servizio illegale di delivery, cioè un business differente rispetto alla somministrazione di alimenti e bevande.

Secondo la ricostruzione della pm Francesca Crupi, che ha coordinato l’inchiesta assieme alla procuratrice aggiunta Bruna Albertini, il “pacchetto vizi” proposto agli habitué poteva anche essere consegnato a casa. Le cifre andavano dai 3mila ai 10mila euro a serata, se non di più. Al punto che un cliente, quello da cui è partita l’indagine per via di segnalazioni per operazioni sospette da parte dell’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia sui conti di Lacerenza, ha versato in circa tre anni e mezzo, dal 2020 al settembre 2023, oltre 641 mila euro.
Ed è proprio lui, un rampollo disoccupato dal 2008, che ha raccontato a inquirenti e investigatori quel che accadeva prima e dopo le due di notte: la serata sarebbe cominciata alla Gintoneria, con la droga in bella vista e le ragazze immagine che adescavano clienti, come “il sindaco ricco” o “la gente di Dubai” o gli “svizzeri”, per indurli a ordinare le bottiglie più costose, per poi proseguire nell’altro locale per pochi intimi. Tutto, ovviamente, accadeva sotto l’occhio sempre acceso di telecamere a circuito chiuso in modo da poter postare sui social i video, a riprova che l’ex di Stefania Nobile e ora socio in affari non aveva misteri.

Dalle 149 pagine con cui la gip Alessandra Di Fazio dispone i domiciliari emerge tutto il mondo di Stefania Nobile e Davide Lacerenza. Bestemmie, alcol, cocaina rosa. “Io mi sveglio alle 16 e mi faccio un bel giretto in via Montenapo e poi la serata mi comincia alle 22, alle 23. La bella vita la faccio dentro il locale”, dice Lacerenza agli amici. E poi le donne. “Senti amore - si legge in un’intercettazione in cui Lacerenza parla con una escort - allora mi sta entrando un cliente grosso dalla Svizzera, quello spende 40mila euro e vuole una tr.. ma la vuole con le scarpe sportive... Sì tu metti le sneakers, vieni così semplice”.
E sempre a dimostrazione dei modi spregiudicati di Lacerenza: “Oh, qui abbiamo 4 cavalli che voglio 4 tr... chi abbiamo da chiamare subito pronti e via per una sc...”. E quando arrivano ragazze nel locale Lacerenza si ferma con loro a chiacchierare: “Volete sc... per soldi? Uh qui ne trovate quanti volete”. E loro: “Beh noi non siamo escort di lusso”. Lui: “Ma a me che mi frega, io incasso dalle bottiglie e voi gli chiedete quanto volete, se pure la date gratis”. E poi c’è chi vuole annusare i piedi per oltre mille euro e chi vuole solo chiacchierare.
“Escludo totalmente che Stefania Nobile abbia favorito o sfruttato la prostituzione - dice l’avvocato Liborio Cataliotti, legale della figlia di Wanna Marchi in una nota - Anche perché, stando alla stessa imputazione, lei non ha dato alcun apporto diretto né ha ricevuto lucri diretti”. In settimana sono attesi gli interrogatori.