
Una nave di una Ong in soccorso ai migranti nel mediterraneo
Roma, 17 marzo 2025 – La recessione democratica dell'Europa si è aggravata nel 2024. I Paesi considerati roccaforti democratiche stanno scivolando verso tendenze autoritarie e l'uso minimo che l'Ue ha fatto del suo strumento di tutela dello Stato di diritto ha fatto solo un buco nell'acqua”.
È quanto sostiene la sesta edizione del Rapporto sullo Stato di diritto in Ue di Liberties. Il report è stato stilato da 43 Ong per la tutela dei diritti umani di 21 Paesi Ue diversi. Nella sua sesta edizione identifica le più eclatanti violazioni di giustizia, corruzione, libertà dei media, controlli ed equilibri, spazio civico e diritti umani nell'Unione europea nel 2024.
Addentrandosi nelle situazioni dei singoli Paesi Liberties li divide per categorie. In quella più allarmante stagna l'Ungheria che, si legge, ha registrato "un'ulteriore regressione democratica”: Nel gruppo degli “smantellatori” il report inserisce invece l'Italia, affiancata da Slovacchia, Romania, Bulgaria e Croazia. Si tratta di governi che “sistematicamente, intenzionalmente minano lo stato di diritto in quasi tutti i suoi aspetti”.
Altra categoria è quella delle "tartarughe”: “le democrazie modello come il Belgio, la Francia, la Germania o la Svezia hanno mostrato un declino isolato, ma comunque preoccupante, in alcune dimensioni, con il rischio che gli standard più bassi diventino una tendenza”.
In una quarta categoria ci sono invece Grecia, Irlanda, Malta, Paesi Bassi e Spagna, Paesi che "ristagnano o registrano solo progressi minimi negli indicatori dello Stato di diritto”.
Ben diverso il gruppo degli Stati che "lavorano duramente”, ovvero dove si registrano “sforzi significativi e genuini per migliorare il ruolo della società civile imprimendo un cambio positivo” alla situazione dello Stato di diritto. Si tratta di Estonia e Repubblica Ceca. La Polonia, infine, fa storia a sé. “Il nuovo governo ha tentato di ripristinare l'indipendenza della magistratura e il pluralismo dei media senza grandi progressi, dimostra che affrontare la compromessa indipendenza delle istituzioni è un'impresa estremamente impegnativa e fragile”, spiega il report.