Roma, 22 aprile 2024 – Mezzora di ginnastica appena svegli. Tre volte il giro dell’isolato dopo i pasti. Una pausa stretching ogni due ore di computer. E prima di andare a letto zitti e buoni: meditare. La ricetta del futuro potrebbe assomigliare a questa, meno pillole e più movimento, compresi i tuffi dentro di sé per ritrovare la serenità. Perché la chimica sia l’ultima spiaggia. Perché il corpo più viene usato e meglio sta. Dal tennis alla pallavolo, dallo yoga al giardinaggio senza dimenticare l’elisir di lunga vita a costo zero: fare le scale con la baldanza del bersagliere.
L’idea dell’attività fisica come medicina, prescrivibile dal dottore, non è nuova. C’è un progetto di legge sullo sport come prevenzione e trattamento trasversale di più patologie. Un’altra proposta include la ginnastica come rimedio all’obesità. Ma l’approvazione finale è appesa alle buone intenzioni e tutto il mondo medico-scientifico invita ad accelerare. Oggi che è la giornata mondiale dell’attività fisica Luca Busetto, ex presidente della Società italiana dell’obesità e vice presidente della Società europea per lo studio della medesima, rilancia l’appello a fare presto: non basta la generica raccomandazione a muoversi di più, ci vuole una vera e propria prescrizione. E un po’ di fantasia alla voce "pratiche rimborsate". Potrebbero esserlo. O potrebbe invece esserci una deduzione fiscale sulle spese per la palestra e le scarpette. Purché funzioni e il "vaccino" contro una lunga lista di malattie sia compreso da tutti.
Perché lo Xanax sì e la pole dance no visto che hanno più o meno lo stesso effetto? Perché non permettersi il lusso di vivere 7 anni in più del pigro? L’inattività fisica è il quarto rischio di mortalità globale, preceduta solo dall’ipertensione, dal fumo e dall’iperglicemia. Causa tra il 21 e il 25% dei tumori di mammella e colon, è responsabile del 27% dei casi di diabete e del 30% delle cardiopatie. Eppure secondo l’Istituto superiore di sanità in Italia non si muovono 4 persone su 10. L’Oms conferma che l’esercizio fisico è un vero farmaco ma niente, c’è ancora chi ha gambe buone e prende l’ascensore. Una ricerca australiana dell’Università di Sidney conferma che stare seduti per più di 6 ore al giorno aumenta il rischio di morte, ma solo in chi non si "vaccina" con i 150-300 minuti di attività tra il moderato e il vigoroso a settimana, circa 20-40 minuti al giorno. Dal 2007 l’American College of Sports Medecine di Indianapolis incoraggia i medici a prescrivere il movimento come terapia per le patologie croniche.
Attività aerobiche come corsa e bicicletta per i depressi, i diabetici, gli ipertesi e chi soffre di osteoporosi (ma c’è sempre il piano B, la camminata veloce). In Francia le ricette prevedono esercizi diversi ma una dose minima uguale per tutti (almeno tre volte alla settimana), in Svezia chi non si muove rischia il licenziamento. Da noi già alla fine dell’800 il deputato e stimato igienista Angelo Celli, noto per la battaglia contro la malaria, chiedeva al ministro dell’Istruzione di introdurre l’educazione fisica a scuola. Motivava convinto: "L’avvenire del nostro paese dipende non tanto da dieci corpi d’armata o dalle corazzate, quanto dalla salute e dalla forza dei cittadini". Se non per noi stessi, facciamolo almeno per la patria.