Domenica 8 Settembre 2024
DORIANO RABOTTI
Cronaca

Sport e maternità. Dal coraggio di Felix all’asilo delle Olimpiadi. La vittoria delle atlete

La pioniera nella battaglia per i diritti è stata la velocista statunitense. In Italia le “mamme volanti“ della scherma e la caparbietà della pallavolista Lugli.

Sport e maternità. Dal coraggio di Felix all’asilo delle Olimpiadi. La vittoria delle atlete

Arianna Errigo, 36 anni, in compagnia dei suoi due gemelli, Stefano e Mirea, all’interno dell’asilo allestito nel Villaggio Olimpico delle Olimpiadi di Parigi 2024

Roma, 27 agosto 2024 – Se questa storia fosse una corsa per la civiltà, al capo di partenza della pista ci sarebbe sicuramente Allyson Felix, stella americana dell’atletica capace di vincere sei medaglie d’oro alle Olimpiadi e poi di far cambiare l’atteggiamento dei colossi dell’abbigliamento sportivo nei confronti delle mamme atlete, discriminate fino a non troppo tempo fa. Ci sarebbe anche la nostra Federica Pellegrini, e tutte e due per fortuna c’erano anche al traguardo tagliato idealmente insieme con l’azzurra della scherma Arianna Errigo ai Giochi di Parigi. Dove finalmente le mamme-atlete hanno avuto a disposizione un asilo al villaggio olimpico per trascorrere tempo con i loro bambini.

L’INIZIO

Sport e maternità cominciano ad andare d’accordo ora, grazie al coraggio di alcune campionesse-pioniere. Le ‘mamme volanti’ esistono da decenni, in Italia la scherma ha spesso dato l’esempio: prima Valentina Vezzali, poi Elisa Di Francisca e ora Arianna Errigo sono tornate a vincere in pedana dopo aver messo al mondo i loro ori più importanti. Non è stata una passeggiata, anche se la Federscherma le ha aiutate molto.

LA SPINTA DI ALLYSON

La storia di Felix, anche per l’immagine planetaria della campionessa, ha abbattuto un altro muro. Oggi è nel Cio in rappresentanza degli atleti come Pellegrini. Il suo impegno personale è stato decisivo per arrivare all’asilo olimpico, come prima lo era stato nella lotta per la parità economica nei confronti degli sponsor. Diventata mamma nel 2018 con un parto problematico che rese necessario un taglio cesareo alla trentaduesima settimana di gravidanza, Felix si trovò a fare i conti con un altro taglio, quello del 70% del suo compenso da parte della Nike, perché le "prestazioni sarebbero state inferiori al passato".

Segue denuncia pubblica di Allyson Felix, creazione di un brand di scarpe tutto suo, medaglia di bronzo in staffetta a Tokyo, a 35 anni. Ma soprattutto il 12 agosto 2021 la Nike annuncia una nuova politica sulla maternità per tutti i suoi atleti, con retribuzione e bonus per 18 mesi dall’inizio della gravidanza. E altri tre colossi dell’abbigliamento sportivo devono seguire l’esempio, per amore o per forza.

LA PASIONARIA

In Italia è stata soprattutto la battaglia di una pallavolista a sostenere il fronte del sostegno alle atlete che non vogliono rinunciare al dono della maternità. La modenese Lara Lugli era a fine carriera, a 38 anni giocava a Pordenone in B1 quando in marzo rimase incinta. Lo disse alla società, che smise di pagarla (le pallavoliste non sono professioniste). Iniziò una battaglia legale per ottenere il pagamento della sola mensilità di febbraio, intanto perse il bambino per un aborto spontaneo. Alla fine ha avuto ragione lei, lo stipendio le è stato pagato e la Federazione Italiana Pallavolo è stata la prima a istituire un fondo integrativo per le madri atlete, ispirando anche il governo che nel 2023 ha creato un sostegno di mille euro al mese per dodici mensilità anche per le atlete non professioniste.

L’ASILO

E arriviamo a Parigi, perché tutte le cose che avete letto fin qui erano i semi che hanno portato all’albero del risultato finale. Alle recenti Olimpiadi ogni atleta poteva prenotare una stanza all’Olympic Village Plaza in cui restare da sola con la prole, per un’ora o più, coinvolgendo anche altri componenti della famiglia o di altre famiglie (fino a sei persone nella stanza). Come hanno fatto le nostre Alice Sotero, pentatleta, e la fiorettista Arianna Errigo che ha sfruttato l’opportunità insieme con il marito-allenatore Luca Simoncelli e i due gemelli Stefano e Mirea, nati nel marzo del 2023.

Dentro la stanza, a disposizione ogni giorno dalle 9 alle 21, c’era tutto l’occorrente per cambiare i bambini, giochi, una piscinetta con palline, libri, fasciatoio, una piccola cucina per le pappe.

A quei fornelli, le mamme di Parigi non erano sole. C’erano tutte le donne che nel corso dei decenni hanno dovuto lottare, un lavoro di squadra per i diritti che finalmente porta frutti.