Venerdì 27 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

L’indagine sullo spionaggio si allarga: cosa c’entrano gli 007 israeliani, il gas iraniano e Stefano Speroni (Eni)

A due incontri, negli uffici di Equalize, a febbraio e giugno 2023 partecipano due presunti componenti dell'intelligence di Tel Aviv. Eni: “Avevamo dato un incarico investigativo all’azienda”

Da sinistra, Enrico Pazzali e Carmine Gallo

Da sinistra, Enrico Pazzali e Carmine Gallo

Milano, 29 ottobre 2024 – Le carte, tante, tantissime, dell'inchiesta sul dossieraggio con al centro la società Equalize, svelano anche un interessamento israeliano alla grande mole di dati in possesso del gruppo di via Pattari. E fanno emergere l’ipotesi di un traffico illecito di gas iraniano in Italia. 

Le rivelazioni degli israeliani

È, questa, la rivelazione che alcuni presunti componenti dell'intelligence di Tel Aviv avrebbero fatto ad alcuni indagati dell'inchiesta della procura di Milano sullo spionaggio. In una riunione del 7 febbraio del 2023 nella sede di Equalize, Samuele Nunzio Calamucci, ai domiciliari, fa un breve pausa e va nell'ufficio del socio della srl ed ex superpoliziotto Carmine Gallo (domiciliari) per chiedergli di raggiungerli in quanto i suoi "interlocutori israeliani" gli stanno fornendo materiale di sicuro interesse per Eni e per Stefano Speroni, responsabile Affari legali e negoziati commerciali del gruppo di San Donato.

"Ti disturbo un attimo...mi stanno facendo vedere tutti i documenti del traffico illecito di gas iraniano in Italia, con le aziende d'Italia. Può servire all'Eni" dice Calamucci e Gallo pensa ai molteplici usi della notizia: "Può anche servire a Eni...ne parliamo con.." ed entrambi, si legge in un'informativa che fa parte dell'indagine della Dda, "sono concordi sul fatto di parlarne con Stefano ovvero Stefano Speroni di Eni", indagato per concorso in accesso abusivo a sistemi informatici.

"Cosa sono venuti a fare?”

"Questi israeliani cosa son venuti a fare?", chiede Enrico Pazzali, titolare della Equalize e che si è autosospeso dalla presidenza di Fondazione Fiera Milano, a Carmine Gallo, l'ex superpoliziotto. E quest'ultimo, nel giorno della riunione negli uffici della società con due persone legate all'intelligence israeliana, gli risponde: "Sono disposti a un 'do ut des', uno scambio d'informazioni, noi diamo informazioni a loro che gli interessano su quelle che abbiamo noi e loro ci danno informazioni a noi su casi che eventualmente ci interessano".

La seconda visita

I carabinieri del Nucleo investigativo di Varese segnalano che "gli israeliani visiteranno ancora gli uffici di via Pattari" il 21 giugno 2023, con l'ex carabiniere De Marzio, anche lui indagato, "e concluderanno un accordo commerciale". È evidente, scrivono gli investigatori, "che l'obbiettivo del gruppo è il profitto": si parla anche di una "operazione ricondotta agli 'israeliani' ed agli interessi di Eni che vede il gruppo intermediario di un acquisto di informazioni riservate e sensibili per un valore di circa mezzo milione di euro".

In un altro passaggio delle conversazioni, tra l'altro, Gallo e Calamucci parlano "dell'annoso tema se fornire o meno a Pazzali le credenziali della piattaforma che integra la possibilità di effettuare 'report' invasivi oppure se fargli utilizzare il cosiddetto 'Pazzalino' una versione 'light' della piattaforma". 

Il contrasto ai russi di Wagner

Gli "argomenti trattati" nella riunione, annotano i carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, "sono numerosi e vanno dal monitoraggio degli attacchi hacker condotti da organizzazioni vicine al governo russo, al monitoraggio e contrasto del finanziamento alla società russa di mercenari 'Wagner Group', all'intercettazione di fondi e movimenti bancari in Europa ed in Italia legati agli interessi russi ed in particolare di 'colpire' un cittadino russo di nome 'Costantin'". Nell'incontro negli uffici della Equalize si trattano "anche aspetti di collaborazione circa l'accesso alle rispettive 'fonti dati' e fonti informative ma anche la possibilità di ottenere un incarico (remunerato) da parte degli israeliani per attività informative ed operazioni nel dominio 'cyber'".

Calamucci "a nome del gruppo mette a disposizione i dati esfiltrabili dalle Banche Dati Strategiche Nazionali e si rende disponibile alle attività d'intelligence richieste previo pagamento". Gli israeliani, prosegue l'informativa, "propongono al gruppo una partnership anche per trasferire a quest'ultimo le informazioni eventualmente di interesse per il cliente Eni Spa. Infatti - si legge ancora - gli israeliani vengono incaricati di monitorare ed acquisire informazioni utili nei confronti di Amara e Mazzagatti a cui vengono illustrati i loro interessi con l'Iran".

La posizione di Eni

''Alla luce delle informazioni che stanno emergendo nell'ambito dell'indagine della Procura di Milano, Eni ribadisce di non essere mai stata, e di non essere, in alcun modo al corrente di eventuali attività illecite condotte da Equalize a livello nazionale o internazionale". Ad affermarlo è un portavoce dell'Eni in merito all'indagine in corso. "Eni, per rispetto delle indagini in corso, non commenta dettagli che in questo momento stanno emergendo in modo totalmente decontestualizzato, e conferma - sottolinea il portavoce del gruppo - di avere a suo tempo conferito a Equalize un incarico investigativo a supporto della propria strategia e difesa nell'ambito di diverse cause penali e civili, nonché verifiche procedurali su alcuni fornitori potenzialmente di rilevanza processuale. Non risultano sottratti o mancanti atti di Eni, altre informazioni riservate o commercialmente rilevanti, o effrazioni ai sistemi informatici della società", spiega ancora.