Roma, 19 gennaio 2024 - L'ufficiale di Marina Walter Biot è stato condannato a 20 annui di carcere dalla Corte d'Assise di Roma. Il capitano di fregata è accusato di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale e corruzione per essere stato sorpreso in fragrante, nel marzo del 2021, mentre cedeva in un parcheggio di un centro commerciale della capitale informazioni top secret a un funzionario dell'ambasciata russa in cambio della somma di 5 mila euro.
I giudici della Corte d'Assise di Roma sono andati oltre alla richiesta del pm Gianfederica Dito di condannare il militare a 18 anni di reclusione, fatta il 15 gennaio. La Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Difesa sono parti civili al processo e dovranno essere risarciti.
Biot, ora detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, intanto è in attesa del processo d'Appello davanti alla corte militare, che in prima istanza lo aveva condannato a 30 anni, a fronte della richiesta dell'accusa dell'ergastolo per l'ex ufficiale.
I due funzionari dell'ambasciata russa, Alexey Nemudrov, addetto navale e aeronautico nella sede diplomatica di Roma, e il collega Dmitri Ostroukhov, impiegato nello stesso ufficio sono stati espulsi dall'Italia dopo la scoperta del passaggio informazioni riservate.
L'avvocato Roberto De Vita, difensore dell'ex ufficiale, ha commentato: "Walter Biot è determinato. È una battaglia per lui ma anche di civiltà giuridica affinché nessuno possa essere giudicato con prove segrete. Siamo passati da 30 anni a 20 anni: questo significa che più si approfondisce e si ragiona su come questo processo ha fatto spostare la bilancia della giustizia verso la ragion di Stato più che verso lo stato di diritto, più le pene si riducono. E siamo solo in primo grado". Aggiungendo: "Proseguendo così e conoscendo quel che viene in Appello e in Cassazione siamo certi che prima o poi ci sarà un giudice che riconoscendo i diritti dovrà riconsegnare Walter Biot alla sua famiglia".