Mercoledì 19 Marzo 2025
LUCA FIORUCCI
Cronaca

Spinto a uccidersi. La chat al setaccio: "Va be’, è morto davvero"

La frase agghiacciante scritta dal 18enne arrestato a un terzo interlocutore. Dopo l’identificazione la Procura potrebbe contestargli l’omissione di soccorso.

La frase agghiacciante scritta dal 18enne arrestato a un terzo interlocutore. Dopo l’identificazione la Procura potrebbe contestargli l’omissione di soccorso.

La frase agghiacciante scritta dal 18enne arrestato a un terzo interlocutore. Dopo l’identificazione la Procura potrebbe contestargli l’omissione di soccorso.

"No, va be’. È morto davvero". Intorno alle 13.30 di venerdì 24 gennaio, l’utente che gli investigatori identificano con il 18enne romano finito ai domiciliari, Emiliano Volpe, scrive in chat rivolto al terzo interlocutore che si è inserito nella conversazione tra lui e Andrea Prospero, il 19enne studente di Lanciano che verrà trovato senza vita il 29 gennaio, in un b&b del centro storico di Perugia. Da quella chat Andrea è uscito una mezz’ora prima di quel messaggio, dopo aver dato conferma di aver preso le pasticche di ossicodone con cui aveva deciso di togliersi la vita e che il 18enne, ai domiciliari, avrebbe istigato ad assumere, tutte e sette, aggiungendo anche del vino. Il lungo silenzio sembrerebbe dare la conferma che Andrea non c’è più. A quel punto, gli altri due utenti si interrogano se chiamare o meno l’ambulanza, ma sulla possibilità di salvare lo studente di informatica di origine abruzzese, quello che prevale, in base a quanto emerso dalle indagini, è il timore di essere scoperti. Alla fine ha la meglio l’opzione di farsi gli affari propri, ma anche il timore per le possibili tracce lasciate che avrebbero potuto ricondurre a loro e un riferimento a un cellulare che forse Andrea avrebbe dovuto inviare all’indagato "per il conto". Forse a indicare qualche tipo di attività illecita che potrebbe essere dietro, non per forza collegata, alla storia drammaticamente conclusa di Andrea. Aspetti sui quali la Procura della Repubblica di Perugia, messo il "primo tassello" sulla presunta istigazione al suicidio, sta lavorando per completare la ricostruzione della vicenda. E in questo mosaico figurerebbe anche il terzo interlocutore della chat, quello che viene invitato a entrare in call così "parli con un morto". Utente che sarebbe in via di identificazione e nei confronti del quale potrebbe essere contestata l’ipotesi di omissione di soccorso. Come sono al vaglio degli investigatori gli altri contatti e i dati che l’analisi di computer, telefoni, 5, e schede sim, 46, ha permesso di recuperare.

Intanto per il 18enne ai domiciliari, venerdì è previsto l’interrogatorio di garanzia. "Si trova di fronte a un’enorme montagna da scalare. È un peso enorme che si trova a sostenere, è pur sempre un ragazzo di 18 anni" spiega il suo legale, l’avvocato Alessandro Ricci, che ieri lo ha incontrato anche in vista dell’udienza di convalida della misura cautelare. "Abbiamo parlato di questioni tecniche, di quelli che saranno i prossimi passaggi" ha aggiunto ancora. "Mi crolla il mondo addosso, anzi già è crollato". Lo dice la mamma del 18enne indagato in un colloquio con il Messaggero. "Siamo persone perbene, uno dei nostri ragazzi fa il poliziotto. Però lui è molto chiuso e riservato, sempre con il telefonino in mano. Eppure, mi creda, li abbiamo sempre seguiti i nostri figli, abbiamo parlato con loro dei pericoli della rete e delle droghe. Lui sta male, noi non sappiamo come fare, è una cosa più grande di noi. Mio marito e io curiamo gli altri, ma ci sentiamo molto soli e impotenti in questo: è il nostro cruccio".

Con il 18enne romano è indagato un coetaneo di Afragola, al quale la Procura di Perugia, sulla scorta delle indagini condotte da squadra mobile e polizia postale, contesta di aver recapitato gli oppiacei con cui, insieme a una importante dose di Xanax, come confermato dagli accertamenti medico-legali, Andrea Prospero si è tolto la vita. Famaci recapitati via corriere in un deposito automatico. Il presunto fornitore, è emerso dalle indagini, sarebbe stato trovato da Prospero sempre attraverso delle chat di Telgram, nelle quali risulta essere nata anche la conoscenza con l’indagato.