Martedì 17 Dicembre 2024
MILLA PRANDELLI
Cronaca

Speleologa bloccata: mai più in grotta: "Serve almeno un giorno per la risalita"

La 32enne (a 585 metri di profondità) ha fratture facciali, problemi alle vertebre, alle costole e al ginocchio. I soccorritori sono riusciti a raggiungerla e a metterla in barella. Il medico: "Parla poco, vuole abbandonare la ricerca".

Speleologa bloccata: mai più in grotta: "Serve almeno un giorno  per la risalita"

La 32enne (a 585 metri di profondità) ha fratture facciali, problemi alle vertebre, alle costole e al ginocchio. I soccorritori sono riusciti a raggiungerla e a metterla in barella. Il medico: "Parla poco, vuole abbandonare la ricerca".

FONTENO (Bergamo)

"Ottavia Piana è cosciente, collabora coi soccorritori e segue le operazioni. L’ho incontrata. È provata e affaticata, ma fiduciosa. È su una barella speciale e piano piano viene portata verso l’uscita. Siamo circa a metà strada e tutto va regolarmente". A raccontare cosa accade nel cuore della montagna, dentro l’abisso di Bueno, dove la speleologa 32enne è intrappolata da sabato pomeriggio, è Luca Longo, soccorritore speleologo della I Delegazione del Soccorso speleologico. Ieri pomeriggio si calcolava ancora in quaranta ore il tempo necessario per riportarla alla luce. Longo è uno dei tecnici che si stanno alternando ad assistere l’esploratrice di Adro nel bresciano, bloccata da oltre 60 ore, dopo che si è infortunata in modo grave. Ottavia ha diverse fratture ed è in condizioni più precarie di quelle in cui versava nel luglio 2023, quando nello stesso abisso, in un punto non distante, cadde rompendosi una gamba.

Anche oggi è assistita dal Soccorso Alpino e speleologico italiano, i cui soccorritori sono con lei nel lungo cunicolo, sui monti della sponda bergamasca del lago d’Iseo: una tra le più ampie cavità carsiche italiane, ancora parzialmente inesplorata. La donna, che fa parte di un team di esperti addestrati a perlustrare anche antri in cui nessuno è mai entrato prima, stava realizzando la planimetria. Quando si è ferita si trovava in una zona ancora non tracciata. Era insieme a una decina di persone, uomini e donne. L’incidente si è verificato a circa quattro chilometri dall’ingresso, poco dopo le 17 di sabato. "Ottavia era con i compagni della sua sottosquadra, quando improvvisamente un pezzo di roccia le è ceduto sotto i piedi. Stava camminando. Purtroppo sotto c’era un vuoto di sei metri circa – ha spiegato Giorgio Pannuzzo, speleologo della IX Zona Lombardia del Cnas e esperto di Progetto Sebino, che sabato era nell’abisso Bueno, quando la donna si è fatta male – Io ero nella grotta ma non con lei, mi trovavo su un altro percorso. I suoi compagni ci hanno raggiunto e avvisato. Sono andato da Ottavia, una speleologa esperta e che non lascia nulla al caso. Era spaventata, incredula. Non si aspettava che potesse accadere ancora una volta un incidente. Era molto dolorante. Ci siamo consultati e abbiamo deciso: alcuni sono usciti a chiedere aiuto, altri sono restati con lei". Poche ore dopo, nella notte di sabato, i primi soccorsi sono arrivati dalla ferita. I tecnici sono intervenuti da tutto il Nord Italia. Sono un centinaio, ognuno con la propria specializzazione. Si alternano. Ottavia è costantemente assistita da un medico e un infermiere specializzati in medicina dell’urgenza in grotta. Si trova su una speciale barella. È uno strumento di trasporto speciale che può essere agganciato, alzato e spostato in orizzontale con piccole teleferiche. Si muove lentamente e ogni tanto si ferma per un controllo medico, in una zona calda, protetta da teli e riscaldata. Non le viene dato cibo solido. I medici le somministrano sedativi, sia per calmarla sia per il dolore.

"Parla molto poco, ma dice che non entrerà più in una grotta",ha riferito il dottor Rino Bregani, medico del Soccorso alpino, che l’ha visitata. Lei ha spiegato di voler "abbandonare la speleologia per sempre". Il percorso che la riporterà alla luce del sole non è semplice. È fatto da meandri orizzontali, in parte allagati. C’è un solo pozzo di oltre 50 metri, gli altri sono di trenta. I tunnel sono stretti e talvolta è necessario intervenire con pale e picconi o microcariche esplosive per farsi largo e far passare la barella. Secondo gli esperti, le operazioni potrebbero concludersi domani o giovedì. Impossibile essere certi.