Giovedì 30 Gennaio 2025
GAETANO FEMIANI
Cronaca

Spari per la scarpa sporca. Pizzaiolo ucciso a 19 anni. Ergastolo al baby boss

In lacrime i genitori della vittima: "Questa è giustizia, ma deponete le armi". Il killer, appena maggiorenne, era già stato condannato per camorra.

Una gigantografia di Francesco Pio Maimone, 19 anni, il pizzaiolo ucciso

Una gigantografia di Francesco Pio Maimone, 19 anni, il pizzaiolo ucciso

Non ha dubbi Concetta, la mamma di Francesco Pio Maimone, detto Checco, il pizzaiolo 19enne ucciso agli chalet di Mergellina solo perché qualcuno aveva pestato le scarpe a un 20enne ‘guappo’, Francesco Pio Valda. "Volevamo sentire solo questa parola: ergastolo". E aggiunge: "Ora abbiamo un ragazzo sottoterra, mio figlio, e un altro, il suo assassino, in carcere a vita. Allora dico: deponete le armi". La Corte d’Assise di Napoli mette un punto esclamativo al delitto che si consumò la sera tra il 19 e il 20 marzo 2023, quando Valda, camorrista in erba, espose tre colpi di pistola al culmine di una lite scatenata per una scarpa infangata e freddò l’incolpevole pizzaiolo. Una condanna che si somma a quella di dieci giorni fa quando l’aspirante ‘padrino’ era stato condannato a 15 anni e 4 mesi per associazione camorristica.

La sentenza della prima sezione prevede anche l’isolamento diurno per sei mesi e colpisce con severità il responsabile di quella sparatoria scatenata da futili motivi: un involontario pestone su una sneaker griffata. A sparare quel colpo, hanno ricostruito le indagini, fu proprio l’allora ventenne, legato al clan Aprea di Barra-Ponticelli. La sentenza di ergastolo è stata accolta con commozione dai genitori di Francesco Pio Maimone, che hanno ascoltato il giudice con gli occhi gonfi di lacrime. La Corte di Assise di Napoli non ha fatto sconti agli altri partecipanti alla rissa e spettatori della successiva sparatoria: Alessandra Clemente, cugina di Valda, condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione; Salvatore Mancini e Pasquale Saiz entrambi a 4 anni. "Mio figlio era qui, in aula con noi – ha detto Antonio Maimone, il padre di Checco – a vedere questo segnale che è arrivato così forte. È stata fatta giustizia. Nessuno ce lo darà indietro, ma spero che questa sentenza sia un segnale per tanti giovani, per far capire che è arrivato il momento di deporre le armi, che quella vita porta al cimitero o in carcere". Nell’arringa difensiva, l’avvocato Antonio Iavarone, aveva chiesto l’assoluzione. "Valda è giovane, non ha sentenze passate in giudicato", ha detto il legale che, tra l’altro, ha chiesto ai giudici della prima Corte di Assise l’esclusione dell’aggravante camorristica e l’assoluzione con la formula "il fatto non sussiste". "Non voglio che Valda sia graziato – aveva aggiunto Iavarone –, non voglio che siate clementi, ma voi avete il peso di questa decisione e non potete non tenerne conto". Ma la Corte ha deciso diversamente con una condanna di ‘fine pena mai’ accolta con un grido liberatorio da parte degli amici di Checco, mentre i parenti di Valda piangevano disperati dopo aver caricato, poco prima, su TikTok dei video struggenti del loro familiare, presentato non come carnefice ma come vittima.

Il 21enne Valda ha già un pedigree di tutto rispetto. Rampollo di "macchiulella", un boss ucciso una dozzina di anni fa, era solito girare con la pistola anche per andare al bar. "In testa aveva solo la guerra", dice chi lo conosce e ne temeva la follia criminale. Appena maggiorenne aveva deciso di mettersi a capo di una "paranza" di giovanissimi senza scrupoli e dal grilletto facile, responsabile di ‘stese’ e agguati. Dalla primavera del 2021 fino al giorno del suo arresto per l’omicidio di Maimone, Valda avrebbe diretto, appena maggiorenne, la cosca degli Aprea-Valda, in grado di mettere a ferro e a fuoco parte della periferia orientale di Napoli.

Nino Femiani