Giovedì 21 Novembre 2024
NICOLA PALMA
Cronaca

Omicidio a Cernusco: il capo ultrà Inter Andrea Beretta arrestato per aver ucciso Antonio Bellocco, rampollo di ‘ndrangheta

I due “soci in affari” avrebbero litigato davanti alla scuola di pugilato “Testudo”, frequentata dalla Curva Nord. La vittima è stata accoltellata alla gola. Il capo dei tifosi nerazzurri è in ospedale per un colpo d’arma da fuoco ed è indagato per omicidio: “Mi sono solo difeso”

Il faccia a faccia armato è andato in scena mercoledì mattina intorno alle 10.50 all’interno di una Smart parcheggiata davanti alla scuola di pugilato “Testudo” in via Besozzi a Cernusco sul Naviglio, frequentata dai tifosi della Curva Nord dell’Inter. Antonio Bellocco, trentaseienne legato all’omonima famiglia di ‘ndrangheta è stato ucciso con due coltellate alla gola. A sferrare i colpi sarebbe stato il capo ultrà della Curva nerazzurra Andrea Beretta: anche quest’ultimo sarebbe rimasto ferito all’anca da un colpo di arma da fuoco esploso dal rivale con l’intento – è un’ipotesi – di uccidere.

Beretta, portato d’urgenza all’ospedale San Raffaele, è stato arrestato per omicidio: una volta concluso l’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto per la ferita superficiale all’anca è stato interrogato dal pubblico ministero Paolo Storari della Direzione distrettuale antimafia. In mattinata, l’indagato aveva detto di essersi “difeso” da Ballocco. E lo ha ribadito. Sequestrati intanto il coltello a serramanico e la pistola all’interno dell’automobile.

Nella foto a sinistra: Antonio Bellocco, legato all'omonima famiglia di 'ndrangheta, e il capo ultrà della Curva dell'Inter Andrea Beretta col pugno chiuso: Nella foto a destra, il luogo del delitto
Nella foto a sinistra: Antonio Bellocco, legato all'omonima famiglia di 'ndrangheta, e il capo ultrà della Curva dell'Inter Andrea Beretta col pugno chiuso. Nella foto a destra, il luogo del delitto

Le indagini sull’omicidio

In via Besozzi sono subito arrivati i carabinieri, che hanno cinturato la zona per avviare le indagini sull’omicidio. Stando alle prime informazioni, i due uomini erano molto amici e Bellocco era passato a prendere in auto Beretta quando – per ragioni ancora da chiarire – hanno iniziato a litigare. A quel punto, Bellocco avrebbe sparato a Beretta, che avrebbe reagito accoltellando due volte alla gola il trentaseienne di origine calabrese. Tutto sarebbe avvenuto all’interno di una Smart parcheggiata nel posteggio interno della palestra. 

“Mi sono difeso, mi sono difeso, sennò mi avrebbe ammazzato”, ha detto Beretta, spiegando che dopo lo sparo ci sarebbe stata una colluttazione nell’abitacolo della macchina. Una delle ipotesi è che il capo ultrà abbia tentato di disarmare Bellocco finendo poi per accoltellarlo. Nel pomeriggio, a seguito dei rilievi dei carabinieri, è stata rinvenuta all’interno dell’automobile la pistola con cui Bellocco avrebbe sparato al capo ultrà. L’arma è stata sequestrata insieme al coltello serramanico usato da Beretta.

Nessun testimone oculare avrebbe assistito alla lite e le telecamere presenti sulla strada, analizzate dagli inquirenti, non restituirebbero frame nitidi di quanto accaduto nell'abitacolo. Sul corpo della vittima, sottoposto a misura di sicurezza, sarà disposta l'autospia. L’omicidio desta “una buona dose di preoccupazione per il contesto ambientale e familiare in cui matura” e si temono vendette, ma si guarda anche agli spalti per capire se gli equilibri della curva Nord sono cambiati.

Beretta è stato accompagnato dai sanitari di Areu all’ospedale San Raffaele per la ferita all’anca ed è stato sottoposto a un’operazione chirurgica. Nell'area dell’ospedale è stato predisposto un servizio di controllo delle forze dell'ordine, nell’ipotesi che in via Olgettina possano arrivare ultrà dell’Inter.

Delitto legato al crimine organizzato?

Il magistrato Storari è già titolare di un’indagine sulle tifoserie legata, tra l’altro, all'omicidio di Vittorio Boiocchi, lo storico leader nerazzurro freddato sotto casa sua due anni fa. L’assassinio di Bellocco, definito dagli inquirenti “non uno qualsiasi”, fa ritenere che gli accertamenti punteranno, oltre a far luce sul delitto, a verificare uno scenario più ampio che riguarda le infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo delle curve ultras.

Secondo alcune indiscrezioni, da circa un anno Bellocco era riuscito a mettere un piede nella gestione del secondo anello verde a San Siro, non senza malumori da parte di Beretta. “Stiamo lavorando per ricostruire la dinamica dei fatti”, riferiscono fonti giudiziarie.

Vittima e presunto assassino sarebbero legati ad affari su cui la procura di Milano indaga da tempo, ben prima dell'omicidio Boiocchi. Biglietti delle partite e parcheggi intorno allo stadio sono un business su cui si temono interessi non sempre leciti e l'intenzione di qualcuno di allargarsi a danni di altri potrebbe aver portato all'odierna resa dei conti.

Il luogo della sparatoria nei pressi della scuola di pugilato Testudo, a Cernusco sul Naviglio (Andrea Canali)
Il luogo della sparatoria nei pressi della scuola di pugilato Testudo, a Cernusco sul Naviglio (Andrea Canali)

La partitella prima dell’omicidio

L’amicizia che legava Bellocco e Beretta era legata anche alla comune passione: il calcio. Soltanto poche ore prima dell’omicidio, i due avevano disputato insieme una partita a calcetto tra interisti e milanisti a Carugate per festeggiare il compleanno di Marco Ferdico, diventato capo della Nord dopo la rivoluzione al secondo anello verde generata dall'omicidio di Vittorio Boiocchi. Dopo dopo il delitto, Ferdico è arrivato a Cernusco insieme a Nino Ceccarelli, fondatore dei Viking dell’Inter.

La partita di calcetto disputata da Beretta e Bellocco a Carugate poche ore prima dell'omicidio per il compleanno del comune amico Marco Ferdico
La partita di calcetto disputata da Beretta e Bellocco a Carugate poche ore prima dell'omicidio per il compleanno del comune amico Marco Ferdico

La famiglia Bellocco

La ‘ndrangheta domina il traffico di cocaina a Milano e in Lombardia e la famiglia Bellocco è profondamente radicata nel tessuto criminale del capoluogo, tanto che i suoi membri hanno definito sé stessi “i padroni della città”.

La cosca era stata decimata a dicembre 2022 da un’operazione della Direzione distrettuale antimafia dopo anni di contrasti con altre cosche: i giudici avevano definito la famiglia come “una delle articolazioni di ‘ndrangheta più note della storia criminale degli ultimi 50 anni operante nel mandamento tirrenico”.

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Beretta, l’ultrà bandito da Milano

Nel provvedimento con cui i giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano confermavano, lo scorso ottobre, la sorveglianza speciale per Beretta parlavano di “episodi minatori e violenti” che avrebbe messo in atto “per molti anni”, con “segnalazioni e condanne” che “partono nel 2008 e si dispiegano fino al 2022 anche in pendenza dei Daspo”.

Il capo ultrà era stato arrestato nel febbraio 2020 dalla Polizia per la violazione di un Daspo, dopo gli incidenti avvenuti prima di un derby Inter-Milan, durante i quali circa 200 tifosi avevano lanciato petardi e bottiglie di vetro contro le forze dell'ordine davanti allo stadio. Era tornato ai domiciliari, sempre per la violazione di un Daspo, nel dicembre di due anni fa.

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Nei mesi scorsi per lui si era chiuso anche un processo con una condanna ad una multa per il violento pestaggio di un ambulante che stava vendendo foto di calciatori e altri gadget davanti allo stadio Meazza.Durante il pestaggio gli avrebbe detto: “I napoletani non li vogliamo”.

A luglio era stato condannato a 6 mesi, pena sospesa, come l'ex calciatore Davide Bombardini, con un'accusa riqualificata dai giudici da tentata estorsione ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Beretta era stato anche sentito come teste per l'omicidio, allo stato irrisolto, di Boiocchi, così come altri noti esponenti della curva interista.