Mercoledì 17 Luglio 2024
CRISTIANA MARIANI
Cronaca

Lampedusa, pompiere organizza spaghettata per i migranti: “Avevano fame, non potevo voltare le spalle e andare a divertirmi”

Antonio Di Malta e sua mamma hanno accolto in casa alcuni profughi

La spaghettata con i migranti a casa di Antonio Di Malta a Lampedusa

La spaghettata con i migranti a casa di Antonio Di Malta a Lampedusa

L’emergenza migranti mette a dura prova Lampedusa. E' l'isola - anzi, sono gli isolani - a trovarsi a dover rispondere nel modo più concreto alle necessità quotidiane. Come la fame di chi affronta il mare e non mangia per giorni. E' quello che ha fatto Antonio Di Malta, 60 anni, Caporeparto dei vigili del fuoco che abita a poca distanza proprio dall'hotspot di accoglienza dei migranti. I migranti avevano fame e lui ha risposto... con gli spaghetti. In puro italian style, insomma. Nel puro stile di chi non riesce a chiudere gli occhi, a far finta di nulla, a lavarsi, vestirsi bene, profumarsi e uscire per andare a cena con gli amici.

Il pompiere Antonio Di Malta con i migranti
Il pompiere Antonio Di Malta con i migranti

Antonio, come le è venuto in mente di organizzare una spaghettata per i migranti?

"Ho solo fatto una spaghettata, non è un gesto così eclatante. Quando ti trovi davanti di notte delle persone che ti dicono di avere fame, cerchi di darti da fare. Dovevo andare a cena fuori con degli amici, la mia idea era quella di andare a casa, prepararmi e uscire di nuovo. Mia mamma mi ha chiamato dicendo di aver visto diversi migranti fuori casa e di avere paura. Allora sono andato a vedere e sono stato fermato da alcune di queste persone che dicevano di avere fame. Non mangiavano da cinque giorni, non me la sono sentita di voltare loro le spalle e andare a cena. Con mia mamma abbiamo deciso di farli accomodare in veranda e aiutarli cucinando gli spaghetti. Il giorno successivo abbiamo fatto la stessa cosa con altri dieci ragazzi".

L'origine del suo gesto può derivare dal fatto che chi vive la realtà di Lampedusa è più sensibile a certi temi?

"Sicuramente siamo sensibili all'argomento migranti, ma l'avrebbe fatto chiunque. E a Lampedusa lo fa chiunque. Tutta l'isola si è messa a disposizione: famiglie, ristoratori, tutti si sono messi in moto per aiutare queste persone. Che hanno fame davvero. Ho visto alcuni di loro staccare i fichi d'india dalle piante e aprirli a mani nude. Sono persone che non mangiano da giorni, perché all'hotspot non riescono a garantire loro la giusta assistenza".

Vi sentite abbandonati dallo Stato?

"Certo. Totalmente. Non c'è nulla sotto controllo, qui è sfuggito tutto di mano. Finché la situazione è normale, i migranti arrivano e ripartono. I turisti non li hanno mai visti. Ma quando ci sono sbarchi eccezionali come questi, la situazione sfugge. Ed è in questo momento che servono interventi veri. La nostra è un'isola lunga 12 chilometri e larga 5, non possiamo sopportare un'emergenza del genere".