Roma, 15 gennaio 2020 - Le polveri sottili non allentano la morsa. Complice un dicembre caldissimo – 1,9 gradi sopra le medie, il secondo più caldo dal 1880 per i ricercatori dell’Isac-Cnr – e un gennaio sinora non da meno che, a causa di alte pressioni stabili, hanno visto le perturbazioni atlantiche girare a nord e stare lontane dall’Europa meridionale, gli inquinanti, Pm10 in primis, rimangono in atmosfera superando, specialmente in Pianura Padana, i livelli di legge.
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Ogni città decide per suo conto. Così chi partirà in auto da Torino per Roma via Milano, nelle città dell’Emilia e Firenze trovererà cinque normative diverse e polemiche a non finire, anche tra enti locali. Spesso le normative e i blocchi del traffico sono diversi per livelli di polveri sottili in atmosfera del tutto comparabili: la legge lo consente, i sindaci lo fanno. Quello che mancano sono investimenti nella mobilità elettrica – più colonnine di ricarica attraverso una accelerazione, opportunamente incentivata, del piano Enel; più bus elettrici e un intervento sul riscaldamento – responsabile del 60% delle emissioni di Pm10 primarie – per disincentivare quello più energivoro (vecchie caldaie) e a maggiori emissioni di particolato (la maggior parte delle caldaie a biomasse) e promuovere il risparmio energetico e la mobilità ciclabile.
A Roma, visto che i livelli di Pm10 erano ieri fuorilegge in otto stazioni di rilevamento su 13 la sindaca Raggi ha deciso il blocco per altri due giorni per tutti i diesel nella cosiddetta "fascia verde", dalle 7.30 alle 10.30 e dalle 16.30 alle 20.30. Riscaldamento a un massimo di 18 gradi e la prossima domenica blocco del traffico per tutti. A Milano invece il Comune, in polemica con la Regione, ha deciso di anticipare di due giorni, a partire da oggi, le cosiddette misure di secondo livello. Anche in "area B" stop ai veicoli privati fino a diesel Euro 4 mentre per i veicoli commerciali lo stop riguarda i veicoli diesel euro 3 (dalle 8.30 alle 18.30) ed Euro 4 dalle 8.30 alle 12.30.
A Torino blocchi alla mobilità fino a domani compreso, con il rischio che il semaforo rosso diventi viola. L’allarme prosegue in Veneto, con il codice rosso anche a Treviso. Scattate a Vicenza le misure contenute nell’ordinanza del sindaco Francesco Rucco che introduce l’obbligo di chiusura delle porte degli esercizi commerciali e degli edifici aperti al pubblico. A Firenze e Comuni limitrofi (Calenzano, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa, Scandicci e Bagno a Ripoli) il blocco dei mezzi più inquinanti (dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 nei centri abitati) durerà fino a sabato prossimo. In Emilia Romagna, nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Ravenna anche oggi e domani in vigore misure emergenziali per la qualità dell’aria.
Tra queste lo stop ai veicoli diesel Euro 4, o inferiori, dalle 8.30 alle 18.30, il divieto di uso di biomasse per il riscaldamento domestico e l’abbassamento delle temperature nelle abitazioni fino a 19 gradi e fino a 17 nei locali commerciali.
Petrolieri, case automobilistiche, FI e Lega protestano per l’inclusione delle diesel euro 5 e 6 nei divieti, le associazioni ambientaliste e i verdi chiedono di contro interventi più incisivi come, invoca Legambiente Lombardia, "il blocco dei Suv di ogni motorizzazione" o, suggerisce Greeanpeace, "il bando dei motori diesel dal centro di Roma entro il 2024, che fu promesso dal sindaco Raggi". Certo è che una risposta parcellizzata è di dubbia efficacia anche perchè è fatta senza interventi strutturali, per i quali servirebbe una regia e dei fondi nazionali, che mancano. Non resta che sperare nella pioggia.