Martedì 4 Febbraio 2025
REDAZIONE CRONACA

Smog, Frosinone e Milano le più inquinate: la classifica città per città

Legambiente presenta il report “Mal’Aria 2025” e lancia l’allarme: in 25 comuni superati i limiti di legge per PM10. Fuori norma per il biossido di azoto (NO2) quasi metà dei capoluoghi

Milano è la seconda città più inquinata d'Italia secondo il report "Mal'Aria 2025" di Legambiente

Milano è la seconda città più inquinata d'Italia secondo il report "Mal'Aria 2025" di Legambiente

Roma, 4 febbraio 2025 – L'inquinamento atmosferico è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 vittime solo in Italia, come emerge sottolinea Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. Basterebbe solo questo dato a far comprendere l’urgenza di adottare politiche di riduzione dello smog. Perché l’inquinamento ha un impatto non solo sull’ambiente ma anche sulla salute e, in ultima analisi, sull’economia del Paese. Basti pensare che solo 5 anni ci separano dai nuovi limiti europei sulla qualità dell'aria, ma le città italiane sono drammaticamente impreparate, con livelli di inquinamento troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore nel 2030. E’ un quadro a tinte fosche quello che emerge dal nuovo report "Mal'Aria di città 2025", presentato oggi da Legambiente.

Città più inquinate, la classifica

Il report Mal'Aria ha analizzato nei capoluoghi di provincia i dati relativi alle polveri sottili (PM10) e al biossido di azoto (NO2).

Nel 2024, 25 città, su 98 di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il PM10 (35 giorni all'anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano. In cima alla classifica troviamo Frosinone (Frosinone scalo) per il secondo anno di fila con 70 giorni oltre i limiti consentiti, seguita da Milano (centralina di via Marche) con 68. Nel capoluogo lombardo, anche le centraline di Senato (53), Pascal Città Studi (47) e Verziere (44) hanno superato il tetto massimo. Al terzo posto assoluto si posiziona Verona, con Borgo Milano a quota 66 sforamenti (l'altra centralina, Giarol Grande, si è fermata a 53), seguita da Vicenza-San Felice a 64.

Anche altre centraline vicentine hanno superato i limiti: Ferrovieri con 49 giorni e Quartiere Italia con 45. Segue Padova, dove la centralina Arcella ha registrato 61 sforamenti e Mandria 52, mentre a Venezia via Beccaria ha toccato quota 61. Nel capoluogo veneto altre quattro centraline hanno superato i limiti: via Tagliamento con 54 giorni, Parco Bissuola con 42, Rio Novo con 40 e Sacca Fisola con 36.

Non si sono salvate neanche le città di Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna.

Con la nuova normativa 70 comuni fuorilegge

Una situazione di picco, quella dello sforamento del limite giornaliero di PM10, che in molti casi ha riguardato molte centraline della stessa città. Un quadro che secondo Legambiente rivela come l'inquinamento atmosferico sia un problema diffuso e strutturale, ben più esteso di quanto amministratori locali e cittadini vogliano ammettere. Se per le medie annuali di PM10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l'entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell'aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero dunque fuorilegge. Tra le città più indietro, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, si segnalano Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo.

Sforamento biossido di azoto, dove 

Il quadro non migliora con il biossido di azoto (NO2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/m³. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%. "Con soli cinque anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare drasticamente il passo – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente –. È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città ma richiede il coinvolgimento di regioni e governo. Servono azioni strutturali non più rimandabili: dalla mobilità, con un trasporto pubblico locale efficiente e che punti drasticamente sull'elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, particolarmente critico nel bacino padano. Le misure da adottare sono chiare e le tecnologie pronte: quello che manca è il coraggio di fare scelte incisive per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città".

"Il 97% delle città monitorate supera limiti Oms”

Le conseguenze dell’inquinamento non si limitano all'ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l'economia. “Alla luce degli standard dell'Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti rispetto a quelli di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa è ancora più critica – sottolinea Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – il 97% delle città monitorate supera i limiti dell'Oms per il PM10 e il 95% quelli per l'NO2. Per uscire dall'emergenza smog - evidenzia Legambiente - servono politiche strutturali che incidano tutti i settori corresponsabili dell'inquinamento. Le priorità sono: Ripensare la mobilità urbana, mettendo le persone al centro; accelerare la riconversione degli impianti di riscaldamento; intervenire sul settore agrozootecnico; integrare le politiche su clima, energia e qualità dell'aria.

Città 2030, via alla campagna itinerante

Assieme al report “Mal’Aria”, Legambiente ha dato il via oggi alla campagna itinerante Città2030, come cambia la mobilità che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per capire quanto manca alle aree urbane per avere un sistema di trasporto sostenibile e che renda le strade più sicure, soprattutto per pedoni e ciclisti. Il programma prevede incontri con amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere le sfide della mobilità da vincere entro il 2030, anno in cui entrerà in vigore la nuova la nuova Direttiva europea sulla qualità dell'aria. Inoltre, il Piano Nazionale sulla Sicurezza Stradale, fissa l'obiettivo di dimezzare le vittime sulla strada proprio entro il 2030, rendendo ancora più urgente una trasformazione del modo di muoversi nei centri urbani. Accanto al dibattito, la campagna porterà in piazza iniziative pubbliche come flash mob, presidi e attività di bike to school, con focus su Tpl, sharing mobility, mobilità elettrica e Città30. Il tour 2025 parte oggi a Milano, dove tornerà il 14 febbraio, per poi toccare decine di città in tutto il paese e concludersi a Roma.