Lunedì 23 Dicembre 2024
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Smog e blocchi del traffico, quante auto si fermano in Val Padana. L’esperto: “La vetustà dei mezzi incide anche sulla sicurezza”

Emanuele Niglio di Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri): “Il parco delle vetture italiane è vecchio anche perché le persone sono spaesate. L’Europa deve dare regole chiare”

Smog: ecco quante auto si devono fermare in Val Padana

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Roma, 20 settembre 2024 – Blocchi smog: almeno 1,2 milioni di auto in Val Padana sono soggette ai blocchi che le varie amministrazioni mettono in campo tra settembre e ottobre. Il calcolo su dati Aci preoccupa anche Unrae – Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri. “Il numero –spiega al telefono con Quotidiano.net Emanuele Niglio, referente delle relazioni istituzionali dell’associazione – tiene conto di tutti i vecchi Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3 fino ad Euro 4, adesso in alcune città”. 

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L’associazione raggruppa le case automobilistiche estere che commercializzano veicoli in Italia. Rappresenta il 60 70% del mercato. Quasi 50 aziende con più di 60 marchi, il fatturato è di oltre 50 miliardi di euro, 160.000 gli occupati.

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Il sistema Move-in

Anche per questo molte amministrazioni in tutta Italia hanno adottato il sistema Move-In, che – dietro pagamento – consente di circolare senza blocchi ma con un tetto massimo di percorrenza. Spiega Niglio: “Le nuove misure di monitoraggio delle emissioni si basano su una specie di scatola nera che viene installata all’interno delle auto. In questo modo, si garantisce a queste vetture più inquinanti la possibilità di circolare per un certo determinato numero di chilometri nelle zone della fascia verde, ossia la fascia urbana. Quindi si è trovato il modo di garantire una limitata mobilità a chi non potrebbe circolare. Ma non è un lasciapassare, un liberi tutti. Questi automobilisti sono chiamati a cambiare auto. Purtroppo, spesso chi detiene veicoli particolarmente datati non ha la disponibilità economica per affrontare tale spesa. Per questo sono stati previsti una serie di incentivi e agevolazioni, da parte di Enti locali e dal ministero delle imprese e del made in Italy, che prevedono una maggiorazione per basse soglie di reddito”.

Regole e controlli

I controlli sono sicuramente un punto molto importante, riconosce Unrae. “Un altro punto che noi come associazione portiamo avanti con il ministero e la motorizzazione è la questione delle revisioni. Per noi è indispensabile controllare come vengono fatte”. Anche perché “la vetustà dell’auto incide molto sulla sicurezza stradale. Le vetture nuove sono chiamate dai regolamenti europei, in particolare dopo il 7 luglio 2024, ad avere tutta una serie di strumentazione sistemi di ausilio alla guida chiamati Adas, sistemi adattivi che aiutano i guidatori a riconoscere e anche ad anticipare il pericolo su strada. Come l’Isa, la frenata anticipata, o gli allarmi sonori per riconoscere gli ostacoli”.

Perché il parco auto è vecchio in Italia

Il parco auto italiano è vecchio, quali sono le motivazioni? “Sicuramente per lo zoccolo duro di chi detiene un’auto ante Euro 4 quella economica è importante – premette Niglio -. Ma in questo momento storico c’è anche molta confusione da parte del cittadino medio, che ha difficoltà a capire quale tecnologia può essere la più adatta per il futuro. Il clima da fazioni pro e contro le motorizzazioni più virtuose a zero emissioni, come l’elettrico, non fa altro che spaesare le persone, che così posticipano la decisione di acquistare un’auto. Per questo noi come associazione chiediamo che a livello europeo si prendano presto decisioni chiare e definitive. Aspettiamo di vedere cosa deciderà la nuova Commissione”.