Martedì 11 Febbraio 2025
REDAZIONE CRONACA

Smart working al 50% nel pubblico impiego

Lavoro agile "almeno al 50% del personale impegnato in attività" che si possono svolgere a distanza, ma con "l’invito alle amministrazioni dotate di adeguata capacità organizzativa e tecnologica" ad assicurare "percentuali più elevate possibili di lavoro agile, garantendo comunque l’accesso, la qualità e l’effettività dei servizi ai cittadini e alle imprese". Sono alcune delle indicazioni contenute nel decreto sullo smart working nella Pubblica amministrazione firmato dal ministro Fabiana Dadone (foto) dopo il nuovo Dpcm con la stretta anti-Covid. Si prevede anche uno scaglionamento degli orari: "Massima flessibilità di lavoro – spiega il ministro – con turnazioni e alternanza di giornate lavorate in presenza e da remoto, comunque nel rispetto delle misure sanitarie e dei protocolli di sicurezza, anche prevedendo fasce di flessibilità oraria in entrata e in uscita". "Dobbiamo evitare – scrive sui social Dadone – un nuovo lockdown generalizzato. I cittadini e le imprese non possono scegliere se rivolgersi o meno alle Pa e per questo è importante coniugare le esigenze di salute e sicurezza di tutta la nostra comunità con la necessità di garantire servizi sempre accessibili e di qualità".

Tra le altre misure il lavoro agile che sarà organizzato "senza vincoli di orario e luogo di lavoro". Ai lavoratori "sono garantiti tempi di riposo e diritto alla disconnessione. Chi è in quarantena o fragile può comunque svolgere il lavoro agile". Per la rotazione del personale gli enti dovranno fare riferimento a "condizioni di salute dei componenti del nucleo familiare del dipendente, presenza di figli minori di 14 anni, distanza tra la zona di residenzadomicilio e la sede di lavoro, numero e tipologia dei mezzi di trasporto utilizzati e relativi tempi di percorrenza".