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È partito dalla Sicilia, qualche giorno fa, per un singolare ‘giro d’Italia’ che non ha nulla del classico ‘Grand tour’ tra i tesori artistici sparsi nel nostro Paese. Jean René Bilongo, presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto del sindacato Flai-Cgil, promosso per indagare l’intreccio tra filiera agroalimentare e criminalità organizzata, con particolare attenzione alla piaga del caporalato, attraverserà, infatti, le campagne assolate dei distretti agroalim entari nazionali ed entrerà nei ghetti degli invisibili, stritolati – come Satnam Singh – da un sistema che produce schiavitù, sfruttamento e morte.
Bilongo, qual è l’obiettivo della sua ricognizione?
"Girerò dei video, scatterò foto e porterò la documentazione sui tavoli delle istituzioni: ho la sensazione che in tanti non sappiano neppure di cosa parliamo, quando ci riferiamo al caporalato".
Ecco, le istituzioni: quali interventi possono mettere in atto per arginare il fenomeno?
"Intanto, serve una forte assunzione di responsabilità da parte della politica. Ammettere, cioè, che nell’economia italiana esiste un problema radicato e atavico: il sommerso. Fa comodo a molti e, pur non riguardando tutte le realtà agricole italiane, è tale da insudiciare l’intero settore: ce ne accorgiamo quando, all’estero, il nostro ‘made in Italy’ è etichettato come ‘sporco di sangue’ dei braccianti sfruttati nei campi".
Dopo la presa d’atto, quali sono le azioni concrete da intraprendere subito per garantire sicurezza e legalità nelle campagne e, più in generale, nei luoghi di lavoro?
"Sicuramente va in questa direzione l’indizione di concorsi per l’assunzione di ispettori del lavoro: in alcune province gli organici sono ridotti all’osso e, in queste condizioni, è impossibile effettuare attività di controllo. Ma si può fare ancora di più".
Per esempio?
"La normativa ha previsto, nel 2018, l’istituzione di un tavolo caporalato, che attualmente risulta prorogato fino a settembre 2025. Ne fanno parte attori importanti: oltre ai ministeri, l’Inps, l’Anci, l’ispettorato nazionale del lavoro, i comandi delle forze armate. Le risulta sia stato convocato, anche dopo la tragica morte di Satnam Singh? Torniamo al punto di partenza: una presa di coscienza necessaria da parte della politica".
Lo studio della Cgia di Mestre evidenzia che, nel 2021, il valore aggiunto prodotto in Italia dal lavoro nero è stato di 68 miliardi di euro, di cui quasi 24 (il 35%) nel solo Mezzogiorno. Il sommerso – e, con esso, il caporalato – è, ancora una volta, una ‘questione meridionale’? Lei ora si trova in Sicilia, regione che contribuisce con il 6,6% alla quota di economia sommersa nazionale.
"I rapporti dell’Osservatorio Placido Rizzotto restituiscono una situazione più complessa: la geografia del caporalato, nel nostro Paese, è articolata in 405 aree in cui sono emersi episodi reiterati di illegalità e sfruttamento. Di queste, 194 sono nel Sud, ma le altre 211 si trovano al Centro e al Nord".