Mercoledì 25 Dicembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

La consigliera leghista: “Anche io ho subito violenza. Difficile parlarne, ti senti sola”

Dibattito sull’Osservatorio della Regione Veneto, Silvia Cestaro piange in aula. “Ero ragazza quando successe. Aggredita da chi doveva starmi più vicino”

Venezia, 21 novembre 2024 – Non aspettano il principe azzurro. Non dimenticano. Hanno scoperto di avere le spalle larghe. Possiamo chiamarlo ’effetto Cecchettin’, perché dalla morte di Giulia qualcosa effettivamente si è mosso. Sono sempre più numerose le donne che decidono di parlare della violenza da parte degli uomini. Anche se quella violenza le riguarda personalmente, se hanno figli da proteggere. Una testimonianza resa con occhi lucidi e voce che trema vale più di cento fiaccolate: è successo anche a me, ci sono passata anche io. Silvia Cestaro, ex sindaca di Selva di Cadore, consigliera della Lista Zaia, si è alzata in lacrime durante una seduta del Consiglio regionale del Veneto e ha parlato degli abusi subiti quando era ragazza. Nessun dettaglio morboso, solo la limpida conferma che questa cosa riguarda tutte.

Signora Cestaro, ha gelato tutti nel giorno in cui era stata approvata la legge che istituisce L’Osservatorio regionale sulla violenza di genere.

CATTURA
La consigliera regionale veneta del gruppo leghista ’Zaia presidente’, Silvia Cestaro, durante il dibattito

“Non potevo più stare zitta. Il consigliere Stefano Valdegamberi, del gruppo Misto, aveva appena sostenuto che l’osservatorio ’puzza di ideologia’. Sono scattata in piedi. Ho detto: la violenza ti arriva inaspettata, da chi dovrebbe difenderti. Difficile parlarne, chi ti sta vicino spesso non ascolta o sei tu che ti senti impura”.

Poi è uscita dall’aula seguita da altre colleghe definendo l’intervento “inascoltabile”.

“Volevo riportare sul piano pratico la cosa. L’ho vissuta io quella violenza. E negli anni anche tante amiche. Ho fatto uno sforzo enorme ma lo scopo era sensibilizzare e spingere a farsi sentire tante donne che stanno patendo, in scenari differenti”.

Solidarietà immediata dai colleghi, donne e uomini.

“Esistono uomini meravigliosi. Ma questo è un male che ammorba la società e se ne parla troppo poco. Alla fine conta dare forza a chi non riesce a farsi avanti, fare emergere il sommerso. Se il provvedimento è passato all’unanimità significa che tutti ci credono. Al di là degli stereotipi cerchiamo di mettere a terra azioni importanti”.

Ha detto: non esiste una rete di protezione.

“Ci sono le forze dell’ordine, centri di ascolto fantastici. Ma non è giusto che una donna debba trovare il coraggio di denunciare e vivere nell’angoscia di cosa accadrà dopo. Non è giusto che sia lei a dovere lasciare casa e certezze temendo che 5-10 anni dopo l’incubo ritorni. Può capitare a chiunque. Immagino che anche Giulia, quando ha parlato con la famiglia, abbia provato a chiedere aiuto”.

Giulia Cecchettin è stata uccisa dall’ex fidanzato l’11 novembre 2023. Da allora la sua famiglia ha fatto di tutto perché la violenza di genere brillasse al centro dell’agenda politica. Oggi la ministra Eugenia Roccella sostiene che nessuna legge avrebbe potuto salvarla.

“Ha ragione Gino Cecchettin, il padre, a dire che è una deresponsabilizzazione troppo comoda. Penso come lui a quante denunce restano nei cassetti perché non si trovano prove o le vittime non vengono ritenute attendibili. Alle donne che non hanno il coraggio di denunciare perché temono che l’ex compagno possa tornare a fare loro del male dopo essere uscito di prigione. La politica può fare molto”.

Lei ha provato a fare la sua parte.

“Ho cercato di dare coraggio a chi non lo ha ancora trovato. Dico alle donne di denunciare. E dico agli uomini, che sanno: non chiudete gli occhi”.

Il collega leghista Marco Andreoli in Consiglio aveva detto che “se una donna comprende il proprio valore quando si guarda allo specchio, poi è probabile che arrivi il principe azzurro delle favole”.

“Ho replicato che le donne non cercano il principe azzurro”

Valditara ha creato il caos dicendo che “l’immigrazione illegale è alla base dell’aumento delle violenze sessuali”.

“Turetta è un ragazzo padovano di buona famiglia. Invito tutti a rivedere lo stereotipo del ’cattivo’. Il male può arrivare da qualsiasi parte. E molto spesso chi ci fa più male è proprio la persona della quale ci fidiamo”.