Roma, 27 luglio 2017 - Caos siccità a Roma: i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma hanno eseguito, su disposizione della Procura di Civitavecchia, una perquisizione negli uffici romani di Acea ATO 2 Spa, in piazzale Ostiense 2. Nel mirino c'è il prelievo dal lago di Bracciano dopo la crisi idrica che ha colpito la Capitale e la conseguente decisione della Regione Lazio di azzerare il prelievo di acqua dal lago a partire da domani sera. L'obiettivo, spiegano i carabinieri in una nota, è "sequestrare documentazione relativa alla captazione di acqua dal bacino lacustre" e in particolare ai limiti della concessione. Si indaga per inquinamento ambientale.
LE DENUNCE - Contemporaneamente è stato notificato un avviso di garanzia al presidente di Acea, Paolo Saccani. Un "atto dovuto", precisa il rappresentante legale della società, anch'essa iscritta nel registro degli indagati in base alla norma sulla responsabilità "penale" delle imprese. L'indagine è scattata dopo due denunce riguardo la criticità del lago di Bracciano presentate alla procura di Civitavecchia che ha delegato le indagini ai carabinieri del Noe di Roma. Denunce che arrivano da un parlamentare e da alcuni sindaci delle aree circostanti il lago.
BRACCIANO, RESPINTO RICORSO ACEA - Intanto il Tribunale superiore delle acque pubbliche ha rigettato il ricorso fatto da Acea contro lo stop ai prelievi dal lago di Bracciano ordinato dalla Regione Lazio a partire dalla mezzanotte di domani, venerdì 28 luglio. All'azienda sono concesse "misure alternative" purché "compatibili con il veduto divieto". "Il provvedimento (lo stop al prelievo ndr) in esame non appare inficiato da irragionevolezza - sostiene il Tribunale - considerato che tutti i Comuni i cui territori sono vicini o confinanti con il lago di Bracciano si sono espressi favorevolmente rispetto a un intervento della Regione Lazio".
GALLETTI - "La Regione, il Comune e l'Acea stanno lavorando a una soluzione che possa evitare che migliaia di cittadini romani restino senz'acqua", ipotesi che giudico "non accettabile", ha detto oggi il ministro Gian Luca Galletti, che ha ribadito come l'obiettivo sia "evitare il razionamento".