Domenica 28 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Siccità, l’Italia che ha sete: Sicilia e Calabria a secco. Navi container per l’acqua e multe contro gli sprechi

I cambiamenti climatici spaccano in due il Paese: il Sud in ginocchio. Allevamenti in affanno. L’Ispra denuncia: "Gravi carenze nella gestione idrica, mancano invasi e un’irrigazione oculata"

Roma, 28 luglio 2024 – La pressione dei cambiamenti climatici e una gestione della risorsa idrica storicamente superficiale e inadeguata mettono a rischio siccità parti del nostro Paese. Secondo i dati Ispra, l’Italia è spaccata in due. Il distretto delle Alpi orientali, quello del fiume Po e il distretto dell’Appenino settentrionale sono in condizioni di normalità. Il distretto dell’Italia centrale ha invece uno stato di severità media, "seppur nelle Marche si registrano al momento situazioni di particolare criticità nel territorio dell’ATO5-Marche Sud (Provincia di Fermo e Ascoli Piceno) e nella Regione Umbria si registrano diminuzioni delle portate di sorgenti e corsi d’acqua e, inoltre, si osserva un ulteriore abbassamento del livello del Lago Trasimeno". Nel Pesarese spazio ad appelli col megafono in strada per scongiurare sprechi.

Siccità, lago Pilato
Siccità, lago Pilato

Nei distretti dell’Appennino meridionale lo stato è di severità media tendente ad alta ed è in particolare alta nelle province di Crotone e Reggio Calabria e nella Basilicata ionica. Stato di severità media in Sardegna e invece permane lo stato di severità alta in Sicilia dove gli allevamenti sono in difficoltà. Le maggiori criticità si registrano nell’Agrigentino: a Licata, è arrivata la nave cisterna Ticino della Marina militare con un carico di 1.200 metri cubi di acqua potabile. Un intervento sollecitato dal governatore Renato Schifani. Nel lago Biviere di Lentini, nel Siracusano è entrata in funzione la prima delle due pompe di sollevamento che permette un prelievo di circa 400 litri al secondo per irrigare circa mille ettari di terreni agricoli della Piana di Catania.

Nei prossimi giorni sarà attivata una seconda pompa con la stessa capacità. il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, ha emesso un provvedimento che prevede multe fino a 50 euro e possibile denuncia all’autorità giudiziaria per il mancato rispetto di una’ordinanza che dispone il divieto di prelievo e consumo per tutto ciò che non è indispensabile. In Calabria invece ieri la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza nella provincia di Crotone e a Reggio Calabria. La Sicilia invece è in stato di emergenza già da maggio.

“Negli ultimi mesi – osserva Stefano Mariani, ricercatore dell’Ispra – la situazione nel sud si è aggravata. L’Italia è spaccata, quasi al contrario di quello che avevamo visto con la siccità 2022-23 che aveva colpito al nord. Il problema è particolarmente acuto in Sicilia e Calabria ionica perché con le scarse precipitazioni dello scorso inverno si è creato un deficit importante che è proseguito per tutto quest’anno". "La causa iniziale di questa siccità – osserva Mariani – è il ripresentarsi del forte deficit di precipitazioni, che dalla fine degli anni ’80 ha fatto aumentare la percentuale di territorio nazionale colpito da siccità estrema e questo è molto probabilmente determinato dai cambiamenti climatici". "A questo però – sottolinea – si aggiunge un problema di gestione della risorsa idrica, che non sempre è ottimale. Il problema di base quando c’è poca acqua è saperla gestire. Con più invasi e reti di distribuzione più efficaci, tecniche di irrigazione più oculate, scelta di coltivazioni che richiedano meno acqua, e, soprattutto per le piccole isole, anche i dissalatori. Non c’è mai una soluzione unica".

Gli studi sul cambiamento climatico – spiega il climatologo Bernardo Gozzini, Ibe-Cnr e consorzio Lamma – ci dicono che la regione del Mediterraneo è una di quelle dove aumenterà la siccità e diminuiranno le precipitazioni, che oltretutto saranno più concentrate. Una caratteristica che già emerge a livello nazionale è che dal 2000 in poi grossomodo ogni cinque anni abbiamo avuto una siccità: 2003, 2007, 2011, 2017, 2022". "Sappiamo che il cambiamento climatico incide – prosegue Gozzini – e le siccità diventano sempre più persistenti. Dobbiamo affrontare il problema guardando in prospettiva, cercando di gestirlo meglio possibile, trattenendo l’acqua in nuovi invasi, distribuendola in maniera efficiente e usandola con criterio. Sembra ovvio, ma farlo è molto difficile". Come ben vediamo da sempre in Sicilia e non solo, spesso la politica non riesce a farlo.