CECINA (Livorno), 2 gennaio 2023 – "Credevo fosse immortale, e invece..." Così il figlio Romano, 88 anni, racconta in due parole la vita incredibile di Tripoli Giannini che sembra emergere come un personaggio fantastico dalla Macondo di Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez. Solo che gli anni non sono cento, ma centoundici, perché Tripoli ha lasciato la vita terrena il 31 dicembre dopo aver visto due guerre mondiali, due epidemie, di Spagnola e di Covid, sei Papi e festeggiato per quattro volte la vittoria ai Mondiali di calcio della nazionale Azzurra. È stato in salute e attivo fino a una settimana fa, quando si è sentito male: i medici non hanno rilevato particolari malattie, ma un decadimento delle funzioni vitali determinato dall’età. Si è spento serenamente nella sua casa di Cecina.
È stato l’uomo più longevo d’Italia, ex bersagliere più vecchio del corpo, ex commerciante di frutta e verdura con la bottega in piazza Carducci. Uno sportivo: nel 1929 la partecipazione alla sua prima gara di podismo, la Targa Cecina. Raccontò anni fa che a poche centinaia di metri dal traguardo, mentre lottava per il podio, ebbe una crisi e arrivò "come Dorando Pietri" (sue parole) con le unghie e con i denti infondo alla gara.
Il nome Tripoli deriva proprio dagli eventi del periodo in cui nacque: nel 1912 l’Italia Giolittiana conquista la Libia. Una squadra navale italiana attacca il porto di Tripoli nel novembre 1911. Dopo un violento bombardamento, le truppe occupano la città. Uguale sorte tocca al porto di Tobruch. E’l’inizio della guerra, che terminerà ufficialmente col il Trattato di Losanna del 18 ottobre 1912. E all’epoca tanti bambini vennero chiamati Tripoli, come successivamente ci sono state Asmara e Adua, nomi dati a bambine per ricordare le vittorie in Africa.
Anche da questi particolari si capisce quanto tempo sia passato. Tripoli è stato festeggiato lo scorso 20 agosto per il centoundicesimo compleanno, da Romano, unico figlio (anche lui non più un bambino: ha 88 anni) rimasto dopo la morte a Grosseto anni fa dell’altro figlio Sergio, dalle nuore Rosanna cecinese e Gabriella, grossetana, oltre che dai cinque nipoti e una truppa di bisnipoti. Tripoli aveva affrontato senza paura l’epidemia Covid: si era vaccinato regolarmente dopo aver superato anche la terribile epidemia della Spagnola nel 1918. Il suo segreto della longevità: pasti leggeri accompagnati da un bicchiere di vino, niente fumo e stress e "prendere la vita ogni giorno come un dono". Una vita, la sua, forse irripetibile.