Giovedì 22 Agosto 2024
GABRIELE MORONI
Cronaca

Una giornata al Vanilla, il bar dove Sharon lavorava e dove ha conosciuto Scientology. "Bugie su di noi, qui persone perbene"

La 33enne uccisa in via Castegnate a Terno d’Isola lavorava nel locale di Brembate

Brembate (Bergamo) – “Su Scientology sono uscite calunnie, solo calunnie”. Al Vanilla di Brembate sono al lavoro due bariste. È stata l’ultima attività di Sharon, dopo quella di estetista a Bergamo. I datori di lavoro sono stati il tramite dell’avvicinamento di Sharon al movimento fondato da Ron Hubbard. Cordialità, rispetto, poca voglia di parlare con i giornalisti. “Io – dice la barista – sono di Scientology da quando avevo diciassette anni e adesso ne ho quasi sessanta. E allora? Ero cattolica e lo sono rimasta. Uno è musulmano, è in Scientology e rimane della sua fede religiosa”.

Due dipendenti sono state ascoltate come testimoni dai carabinieri di Bergamo, oggi non sono presenti. Una potrebbe essere quella che ha suggerito a Sharon il corso di rilassamento. C’è il figlio diciannovenne della titolare del bar. Educato, riservato, parco di parole. “Conoscevo Sharon – dice semplicemente – perché la vedevo qui. Credo che per Scientology abbia partecipato a uno o due corsi, per quello che ho sentito”.

Un’occhiata per cercare (senza trovarli) i libri di Hubbard notati dai cronisti accorsi al bar nell’immediatezza del fatto. Un’altra alla ricerca della fotografia di Sharon, sorridente e serena dietro il bancone. “L’abbiamo spostata – spiega la collega Assunta – perché era su un tavolo, la gente ci mangiava. L’abbiamo spostata. Noi, Sharon, non la dimentichiamo. Adesso lei è in Paradiso”. La fotografia è stata collocata in una mensola, con qualche fiorellino a farla compagnia. Una fotina è stata appiccicata vicino alla macchina del caffè. Come definirebbe Sharon? “Semplice. Una ragazza semplice”.

Ora del dessert. Il richiamo del gelato. Piccolo crocchio di signore che mostrano un lunga frequentazione fra di loro. “Io – dice la più ciarliera – non appartengo a Scientology, lo conosco poco poco come movimento, ma non trovo giusto il modo in cui è uscito, come sia stato avvicinato alla tragedia della povera Sharon. La ricordiamo tutti carina, gentile, una che non ti faceva mai mancare il sorriso. Anche lei era di Scientology? E allora? Quelli del bar sono tutti persone perbene”.

Rincuorata dall’esempio, interviene una delle amiche. “Ma cosa c’entra tutto questo? Si fa un gran parlare sui giornali, alla televisioni, di tante cose che non c’entrano niente con il delitto. Non sento dire la cosa più importante: c’è un assassino in libertà, uno che ha ucciso a coltellate una povera ragazza uscita la sera per una passeggiata. Lo prendano e vivremo tutti più tranquilli”.

Sull’accostarsi di Sharon a Scientology i contorni sono ancora piuttosto indefiniti. Forse perché la barista 33enne non aveva ancora illustrato in famiglia tutto il suo percorso. Bruno Verzeni, il padre, ha riferito che la figlia gli aveva parlato di due corsi, uno per facilitare l’interazione con i clienti e quello per il rilassamento. Se ti è utile fallo, era stato il pacato consiglio di papà Bruno a proposito di quest’ultimo. “È andata una sola volta”, ha detto la zia materna Giusi Previtali ai giornalisti che la interpellavano sull’argomento.