Martedì 6 Agosto 2024

Omicidio Sharon Verzeni, un coltello insanguinato nel box sequestrato: è l’arma del delitto?

Nel garage del complesso in via Castegnate a Terno d'Isola trovata una lama compatibile con le ferite sul corpo della 33enne: ora gli esami per capire se si tratta del sangue della vittima

Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate a Terno d’Isola e il box in cui sarebbe stato trovato un coltello insanguinato

Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate a Terno d’Isola e il box in cui sarebbe stato trovato un coltello insanguinato

A una settimana dal terribile omicidio, i pezzi del puzzle iniziano a combaciare. Continuano gli accertamenti sulla morte di Sharon Verzeni, la 33enne tragicamente accoltellata nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio Terno d’Isola. Ora gli inquirenti sembrerebbero giunti a un punto di volta nelle indagini: nel box sequestrato in un condominio a poche decine di metri dal luogo dell'omicidio, oltre a una branda, sarebbero stati ritrovati diversi coltelli: su uno di questi ci sarebbero anche tracce di sangue. Ora solo gli esami del Dna potranno rivelare se si tratta del effettivamente del coltello utilizzato per uccidere Sharon.

Il delitto 

Una settimana fa, poco prima dell'1 della notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio, in via Castegnate a Terno d'Isola,  Sharon Verzeni stava camminando, con gli auricolari alle orecchie, com'era solita fare, da sola. A un tratto, all’altezza del civico 32, l’aggressione: si pensa che l’assassino abbia colpito la 33enne alle spalle con quattro fendenti di coltello (tre alla schiena e uno al petto) per poi sparire nel buio della notte senza lasciare tracce. Li non ci sono telecamere, né un aiuto per sfuggire all’aggressione. Sharon non si è difesa, è quanto emerso dall’autopsia. È solo riuscita a lanciare l’allarme: “Aiuto, mi hanno accoltellato”. Non è bastato a salvarla.

Il box sequestrato

A due passi dal luogo dell’omicidio, sempre su via Castegnate, si affaccia un grande complesso residenziale marrone scuro. Si tratta di un palazzo che ospita centinaia di persone, tra cui diverse famiglie straniere. Proprio in questo complesso ieri mattina, lunedì 5 agosto, i carabinieri hanno posto i sigilli a un box che dentro aveva una branda. Gli inquirenti stanno provando a capire se per caso ci dormisse qualcuno, nel caso di chi si trattasse e come mai. Potrebbe anche non avere nulla a che fare con l'omicidio di Sharon ma in questa fase delle indagini non viene lasciato nulla di intentato. Anche perché l'area dov'è avvenuto l'omicidio non è direttamente coperta dalle telecamere e quindi non è chiaro quale strada abbia percorso l'assassino per scappare dopo aver ferito con quattro profonde coltellate la donna, poi morta all'arrivo al pronto soccorso dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Potrebbe anche essere passato proprio dal complesso residenziale dove si trova il garage ora sequestrato e la cui recinzione non è difficile da scavalcare. Il proprietario del garage sequestrato è italiano e nelle prossime ore sarà sentito dagli inquirenti.

Il coltello e la caccia al killer

All’interno del box gli inquirenti avrebbero trovato (e sequestrato) anche diversi coltelli. Su uno di questi sarebbero state ritrovate anche tracce di una sostanza che potrebbe essere sangue. Solo il test del dna potrà stabilire se si tratti effettivamente di sangue e, più nello specifico, se si tratti del sangue della vittima. Trovare l’arma del delitto potrebbe anche fornire importanti indizi per identificare il killer. Per il momento le indagini non hanno portato a possibili indiziati: si pensa che il killer, vista la ferocia con cui si è accanito, conoscesse Sharon e che la 33enne fosse l’obiettivo del raid. È stata anche esclusa l'ipotesi della rapina, visto che il cellulare e le chiavi di casa erano ancora sul corpo di Sharon. Resta la pista dell'aggressione mirata da parte di qualcuno che sapeva che la donna percorreva quasi tutte le sere, spesso anche con il compagno, quello stesso tragitto. Nelle ultime ore sono girate voci su un marocchino di 44 anni, con precedenti, residente a Capriate San Gervasio, che si sarebbe visto la mattina dopo il delitto aggirarsi proprio in via Castegnate a Terno d'Isola e poi non più rintracciato: un suo coinvolgimento nel delitto, però, non trova conferme da parte di chi indaga. È se fosse stato invece uno stalker, invaghito di Sharon? Anche questa un'ipotesi al momento senza riscontri. I carabinieri puntano ora all'esito degli accertamenti genetici sul materiale inviato al Ris di Parma, nella speranza che il killer possa aver lasciato il suo Dna sul coltello ritrovato.