Mercoledì 14 Agosto 2024
GABRIELE MORONI
Cronaca

Mario Ruocco: “Io e il Sergio siamo persone pulite. Temo che l’assassino di Sharon se la svigni”

Seriate, il padre del fidanzato della 33enne uccisa a Terno d’Isola parla dopo il lunghissimo interrogatorio in caserma insieme al figlio: “Sono tranquillo ma non mi aspettavo tutte quelle domande. La mia ipotesi? Qualcuno che ha ricevuto un rifiuto”

"Mi sono appena svegliato. Adesso ho le mie medicine da prendere. Soffro di diabete e mi fanno male le gambe". Un avvio di giornata faticoso per Mario Ruocco, il padre di Sergio, nell'appartamento in un caseggiato alla periferia di Seriate dove vive solo.

Mario Ruocco, papà di Sergio, ritratto in una foto insieme alla povera Sharon Verzeni
Mario Ruocco, papà di Sergio, ritratto in una foto insieme alla povera Sharon Verzeni

Ha 68 anni, è in pensione. Signor Ruocco, come è andata dai carabinieri?

"Mi hanno chiamato alle due del pomeriggio, che sarebbe stata roba di cinque minuti. Invece siamo stati in caserma a Bergamo dalle tre alle nove di sera. Siamo stati ascoltati io in una stanza e il Sergio in un'altra. Mi hanno chiesto della mia vita, il matrimonio, il divorzio, i tre figli, il Sergio, la Sharon, le amicizie che avevano. I carabinieri fanno il loro lavoro, ma con tutte quelle ore è stato stressante. Quando siamo usciti, c'erano fuori i giornalisti, luci, fari, qualcuno che ha cercato di inseguire la nostra macchina. Il Sergio non ha neanche mangiato. Era venuto a prendermi e quando abbiano finito a Bergamo mi ha riportato a casa. Gli ho chiesto se voleva mangiare qualcosa. 'No, no'. Ho insistito. Ha preso solo una tazza di the. Poi è tornato a Bottanuco in casa dei genitori della Sharon".

Lei è tranquillo?

"Tranquillissimo. Abbiamo fatto la nostra deposizione. Siamo persone pulite, sia io, sia mio figlio".

Come andavano le cose fra Sergio e Sharon?

"Andavano d'accordo, d'amore e d'accordo. Il Sergio aveva trovato l'anima gemella. Si preparavano per avere un figlio. 'Allora, mi fate diventare nonno?', chiedevo io. 'Dillo a Sergio', mi rispondeva lei. L'unico problema del Sergio era il mutuo. E' stato con me fino a quando non ha preso casa a Terno d'Isola con la Sharon, tre anni fa. A mettere a posto l'appartamento li ho aiutati io, che ho fatto il piastrellista. C'era anche il padre della Sharon. A un certo punto mi ha detto: 'Sei più bravo di me, continua tu' ".

Brava ragazza, la Sharon.

"Bravissima" (la risposta è preceduta da un breve fischio di approvazione e ammirazione).

E Sergio?

"Dico solo questo. Ha cominciato a lavorare come idraulico, qui a Seriate, che aveva quindici anni e adesso ne ha trentotto. La sua ditta cercava un ragazzo che non parlasse troppo e che neanche fosse muto. Era il ritratto del Sergio. Così lo hanno preso. Mai una malattia, mai un'assenza. Un ragazzo serio. Detto non da me ma dal suo datore di lavoro. Il Sergio mi ha detto che appena l'azienda riapre, lui riprende il lavoro".

Cosa le ha raccontato suo figlio di quella sera a Terno d'Isola?

"Ogni tanto andava a fare una passeggiata con la Sharon anche lui. Quella sera era stanco, è andato a dormire perché la mattina dopo doveva svegliarsi alle sei. La notizia gliel'hanno data i carabinieri".

Cosa può essere successo?

"In un bar entra tanta gente. La mia ipotesi è che qualcuno possa avere infastidito la Sharon, averle fatto delle avances. Lei si è rifiutata. Quello l'ha tenuta d'occhio mentre lei era ignara di tutto, magari l'ha seguita dal bar di Brembate dove lavorava fino a Terno d'Isola e gliel'ha fatta pagare. Almeno, questa è l'idea che mi sono fatto io. Hanno sentito una macchina che sgommava".

Adesso cosa si aspetta?

"Non vorrei che andasse per le lunghe. Mi devo rassegnare e avere pazienza. Ho fiducia che lo trovino, ma se la cosa va avanti ancora un po' è capace che l'assassino se la svigni".