di Giulia Prosperetti
Da martedì scorso la Lamborghini Urus blu elettrico girava per le vie di Casal Palocco. E se il format del video ‘50 ore in macchina’ ricalca i precedenti, ogni momento della loro ‘sfida’ da youtuber è stato immortalato dai cellulari dei ‘TheBorderline’ e degli amici che di volta in volta invitano a partecipare. È dentro gli smartphone di Matteo Di Pietro ‘Dp’, dei suoi colleghi Vito Loiacono ‘Er Motosega’ e Marco Ciaffaroni ‘Ciaffa’, e delle altre due persone a bordo (un ragazzo e una ragazza) acquisiti dalle forze dell’ordine dopo l’incidente, che la procura di Roma cerca la verità. Video dai quali si possa ricostruire la dinamica dell’impatto, ma anche i momenti antecedenti per verificare se Di Pietro – il ventenne alla guida del suv che mercoledì intorno alle 16 si è scontrato con la Smart ForFour, a Casal Palocco, quadrante sud della Capitale, causando la morte del piccolo Manuel, di cinque anni – era distratto o correva troppo. Ulteriori elementi che potrebbero consolidare l’impianto accusatorio o, magari, ribaltarlo.
In attesa dei nuovi sviluppi delle indagini Di Pietro, nel cui sangue sono state trovate tracce di cannabinoidi, rimane indagato per omicidio stradale e lesioni. Ieri i carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione del ragazzo e presso la società ’TheBorderline’. Fondata a giugno dello scorso anno da Di Pietro e da Leonardo Golinelli, studente della Bocconi, la srl votata alla ‘conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari’– la cui sede legale è in zona Gregorio VII, a pochi passi dal Vaticano – nei primi sei mesi di attività ha fatturato circa 190mila euro.
Centrali nell’indagine anche le testimonianze di chi ha assistito allo scontro: la polizia giudiziaria sta effettuando una serie di audizioni di testimoni, tra cui anche appartenenti al collettivo e nei prossimi giorni verrà ascoltata pure la mamma di Manuel, alla guida della Smart prima di essere sbalzata via. "Il suv gli è andato addosso, ha preso la Smart da tutte e due le parti e l’ha trascinata. Sicuramente correvano, la macchina era tutta rotta – racconta Valeria, una diciottenne che due giorni fa ha assistito all’incidente –. Non ho visto come si sono presi, ma ho visto il botto e la macchina trascinata. E ho visto il bambino, una scena bruttissima".
Mentre dal web alla politica tutti puntano il dito contro gli youtuber e le loro sfide folli, l’avvocato della famiglia Di Pietro, Francesco Consalvi, apre a una diversa versione dei fatti. "È giusto fare chiarezza su alcuni punti. Il primo tra tutti, immortalato nelle foto dell’incidente – spiega l’avvocato al Corriere della Sera – è che la guidatrice della Smart viaggiava nella corsia opposta a quella su cui marciava la Lamborghini e che a lei sarebbe spettato dare la precedenza". Decisiva sarà da questo punto di vista la consulenza tecnica sul veicolo. "In secondo luogo – prosegue Consalvi – non vi erano tracce nel mio cliente di eccitanti o simili, diversamente l’autorità giudiziaria sarebbe pesantemente intervenuta con qualche misura cautelare. Così non è stato".
Il tentativo della difesa è quello di contestualizzare l’immagine dello youtuber: non un ragazzo allo sbando ma un giovane di buona famiglia, figlio di un dipendente della Presidenza della Repubblica, fidanzato con Giulia, studentessa alla Luiss. La famiglia Proietti attende, intanto, di poter dare l’ultimo saluto a Manuel: sul suo corpo la Procura ha disposto l’autopsia per avere un quadro chiaro delle cause del decesso.