Sabato 22 Marzo 2025
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Allarme sextortion. “Tanti si vergognano, pochi chiedono aiuto”

Matteo Flora (Permesso negato): ci si può difendere. “È fondamentale farsi assistere da un adulto”

Sextortion, l'allarme della Postale: casi in aumento

Sextortion, l'allarme della Postale: casi in aumento

Roma, 22 marzo 2024 – Sextortion, revenge porn: “Nove su dieci non chiedono aiuto”. Parte da questa premessa Matteo Flora, informatico, presidente di ‘Permesso negato’, associazione specializzata nell’assistenza alle vittime potenziali di pubblicazioni non consensuali.

Parlando di minori: nel report della Postale si parla di 124 casi nel 2024.

“Ma i più non denunciano. Tra i nostri assistiti, lo fa meno del 10% delle donne e meno del 5% degli uomini”.

Quante vittime aiutate?

“Circa 3mila persone all’anno. Sono tutti casi di pornografia non consensuale: sextortion, revenge porn, diffusione di immagini intime”.

Una stima reale del fenomeno?

“Parlando in generale, non solo di minori, secondo me arriviamo a decine di migliaia di persone, anche 100mila all’anno. Perché di solito la gente non chiede aiuto, paga e basta”.

Si rivolgono a voi anche genitori di minorenni?

“Assolutamente sì. Noi consigliamo sempre agli under 18 di farsi assistere da un adulto, in tutte le fasi. Non sempre ci ascoltano, perché non vogliono farlo sapere”.

Tra i consigli della Postale c’è anche questo, superare l’imbarazzo.

“Non a caso si parla di shame crimes, crimini della vergogna. Il meccanismo dell’estorsione si basa proprio su questo. Abbinato a una vittimizzazione secondaria, lo stigma sociale del comportamento, tipo: se non facevi nulla, non ti succedeva niente...”.

Un minore come può uscire dall’incubo del ricatto?

“Noi garantiamo un supporto tecnologico e legale, assieme a un primo soccorso psicologico. Per quasi tutte le piattaforme più grandi, come associazione siamo tra quelli che vengono chiamati segnalatori autorizzati”.

Gli indirizzi giusti delle barriere tecnologiche?

“La più famosa si chiama Stop NCII.org, dà la possibilità di caricare i propri contenuti ‘fuggiti’ ma senza lasciarne una copia a chi guarda. Semplicemente, calcolando una firma digitale. Così quando le piattaforme trovano quell’immagine, si rendono parte attiva nel toglierla”.

Esiste una versione per minori?

“Sì, si chiama Take It down, è gestita dall’ente governativo americano che fa contrasto alla pedopornografia online. Anche il Garante della privacy può intervenire, dietro segnalazione. Ma bisogna lasciare un’identità, cosa che tante volte le persone non vogliono fare”.

Quanti soldi muove la sextortion?

“Portafogli virtuali con milioni di euro, gestiti da organizzazioni criminali. Per ogni ricatto si oscilla fra 3mila e 10mila euro”.