Terno d’Isola (Bergamo) – Chi ha ucciso Sharon Verzeni? A Terno d’Isola, nella Bergamasca, risuona questa domanda dalla tragica notte tra il 29 e il 30 luglio scorso, quando la barista 33enne è stata assassinata a coltellate, dopo essere uscita di casa per una passeggiata. Sergio Ruocco, compagno delle vittima, ha spiegato: “Non faccio che chiedermi: perché è successo proprio a noi?”. “Mi dà fastidio pensare che non potremo più sposarci, che non potremo avere un figlio – ha detto in un’intervista a Repubblica -. Volevamo un bambino. Non faccio che chiedermi: perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi? Non riesco a capire il motivo”.
“Spero che mi chiamino, se serve per aiutare le indagini”
I carabinieri lo hanno sentito già due volte come persona informata sui fatti: “Abbiamo parlato della nostra vita, delle nostre poche amicizie. Io lo spero che mi chiamino! Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi” ha detto. Ruocco, 37anni, idraulico di professione, parlando dell’assassino ha spiegato “io spero che prendano questa persona. Ma non ho idea di chi possa essere. Se lo sapessi, andrei dritto dai carabinieri. Non riesco a capire, voglio sapere”.
"Io lo spero che mi chiamino. Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi”
Ruocco a casa dei genitori di Sharon
Ruocco è nato e cresciuto a Seriate, dove si è diplomato all’Istituto Tecnico Commerciale e Turistico Statale Vittorio Emanuele. Dopo la maturità, è iniziata la sua storia d’amore con Sharon. Ora vive a casa dei genitori della ragazza: “perché almeno stiamo insieme, ci diamo supporto in un momento così difficile. Spero che lo prendano, è una persona che non merita di stare in giro, perché non sai cosa può fare ad altri. Non voglio chiamarla rabbia. Mi dà fastidio il fatto che speravo ci volesse meno tempo per prendere il responsabile”.
La passeggiata
Quella fatidica sera, la notte del delitto che resta ancora avvolto nel mistero, Sharon è uscita a passeggiare, mentre il compagno è rimasto a casa: “Non riesco a ripensare a quella sera... preferirei davvero non ricordarla – ha detto nell’intervista -. Sharon è uscita tardi, non so perché, forse perché a quell'ora faceva meno caldo. Ma se avessi saputo le avrei detto: 'Aspetta, non uscire’. Non riesco ancora a realizzare che non avremo più una vita assieme, dopo oltre tredici anni”.
“Non riesco a ripensare a quella sera... preferirei davvero non ricordarla"
La villetta sotto sequestro
Negli ultimi tre anni la relazione con Sharon, iniziata come detto quando erano poco più che ragazzi, era passata a un livello successivo, con la convivenza in un appartamento di Terno d’Isola e il progetto di sposarsi e allargare la famiglia. La villetta è sotto sequestro: "Se hanno ancora da fare all'interno, è giusto che i carabinieri facciano quello che devono. I carabinieri stanno facendo il loro lavoro. Poi, certo, spero qualcuno abbia il coraggio di dire qualcosa”. In queste ore, in una comunità sotto choc per l’omicidio, non sono mancati gli appelli al colpevole a farsi avanti.
Il primo cittadino Gianluca Sala: “A uccidere la giovane può essere stato chiunque, se il killer uscisse allo scoperto ridarebbe serenità alla nostra comunità”. Intanto la gente di Terno d’Isola è pronta, decisa a dare suo contributo per scoprire il killer della 33enne originaria di Bottanuco. Per il momento quella dei campioni biologici per estrarre il codice genetico non è una raccolta massiva come quella che nell’inchiesta giudiziaria per l’omicidio di Yara Gambirasio toccò il numero record di 22mila campioni salivari da cui estrarre i Dna.
"Mi dà fastidio pensare che non potremo più sposarci, che non potremo avere un figlio. Volevamo un bambino”
Il rientro al lavoro
Rucco tornerà presto a lavoro, come ha detto lui stesso: “Faccio l'idraulico. Lunedì prossimo torno al mio posto di lavoro”. Una parvenza di normalità in una vita stravolta. “Io non ci credo ancora al fatto di non svegliarmi più alla mattina con lei – ha detto- . Mi dà fastidio pensare che non potremo più sposarci, che non potremo avere un figlio. Volevamo un bambino. Uno sicuro, forse di più. Non faccio che chiedermi: perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi? Non riesco a capire il motivo. Nella nostra vita non c'era nulla di strano”.
Le venti sagome riprese dalle telecamere
Intanto le indagini proseguono. Sarebbero 20 le sagome riprese dalle telecamere di sorveglianza , e a cui gli investigatori stanno cercando di dare un nome, nella notte tra il 29 e il 30 luglio via Castegnate. Si tratterebbe di persone in auto, a piedi e in bicicletta che compaiono nelle immagini di circa 60 telecamere pubbliche e private della zona. Tra queste persone potrebbe trovarsi l'assassino della donna ma anche qualcuno in grado di poter fornire dettagli utili alle indagini.
Secondo quanto riportato, la qualità scarsa di molte immagini aumenterebbe la difficoltà di chi deve scoprire la verità. Per arrivare all'assassino e agli altri i carabinieri incrociano le informazioni messe a verbale con quel che si intravede nei filmati, mentre gli esperti in crimini violenti del Ros sono stati chiamati anche per fornire tecnologie che consentono di rendere più nitide le molte immagini di scarsa qualità raccolte in queste settimane e più efficaci eventuali comparazioni, oltre a sistemi avanzati di localizzazione attraverso le utenze telefoniche.