Bologna, 14 gennaio 2018 - C’è un filo rosso che lega tutta l’Italia da Nord a Sud, isole comprese. È lungo oltre 6.800 chilometri ed è cucito da dieci milioni di passi. È il Sentiero Italia, il trekking più lungo del mondo secondo la Cnn: si dipana in Sardegna, Sicilia e poi, ininterrottamente, risale la catena appenninica e quella alpina, schiudendo paesaggi straordinari spesso sconosciuti alla maggior parte degli italiani. Ideato nel 1983, ha preso forma negli anni ’90 ma è rimasto una grande incompiuta e, negli ultimi vent’anni, si è spezzato in una miriade di frammenti, inghiottito dalla vegetazione, spazzato dalle frane o da incauti interventi dell’uomo.
Il sogno dei pionieri che concepirono il progetto è stato oggi raccolto dal Club Alpino Italiano, che con il suo esercito di associati e volontari sta ricucendo quel filo, metro dopo metro, passo dopo passo. L’obiettivo è quello di cavalcare la crescente voglia di natura per fare del lungo cammino un volano del turismo lento in tutta la penisola, da Trieste a Santa Teresa di Gallura.
L’associazione Sentiero Italia, che ne detiene il marchio ed è presieduta dal fondatore Riccardo Carnovalini, sostiene il Cai in questa impresa e ha ceduto gratuitamente i propri diritti. Sono 500 i volontari che, negli ultimi mesi, hanno percorso boschi e vallate per riaprire le vecchie tracce o per disegnarne di nuove, segnando il cammino e suddividendolo in circa 370 tappe. Una grossa fetta della scommessa consiste nell’individuare e allestire gli oltre cento posti tappa dove gli escursionisti, spesso lontani da città e paesi, potranno sostare. Negli ultimi vent’anni, infatti, il Sentiero Ita lia è svanito anche per la necessità di auto-organizzare bivacchi e campeggi in luoghi selvaggi, con un surplus di avventura adatto solo agli escursionisti più esperti.
La lunghezza e l’impegno del percorso sono tali che, a tutt’oggi, meno di una ventina di camminatori possono raccontare di averlo concluso: pochi avventurieri, rispetto agli oltre 8mila salitori dell’Everest. Gli aspetti operativi del lavoro sono coordinati dal responsabile della Commissione escursionismo del Club, Armando Lanoce, e da Alessandro Geri, che cura il rilievo cartografico dell’itinerario.
"Quest'anno il cammino diventerà Sentiero Italia Cai – annuncia il presidente generale del Club Alpino Italiano Vincenzo Torti –. Questa storia viene da lontano e ne va dato atto agli ideatori che a metà degli anni ’80 gli hanno dato vita. Dopo gli eventi CamminaItalia del 1995 e del 1999, che percorsero l’itinerario idealmente tracciato, abbiamo avuto quasi vent’anni di fermo e con l’avvio della mia presidenza abbiamo pensato che l’idea non solo andasse recuperata, ma realizzata in modo strutturato. Il Cai dovrà occuparsi non solo di recuperare e tracciare il percorso oggi, ma anche di mantenerlo. Per ora è tutto sulle nostre spalle, ma sono convinto che quando questo progetto prenderà corpo anche gli enti locali potranno avere un occhio di attenzione, affinché questa diventi un’attrattiva del nostro Paese. Non sarà un itinerario di vetta, ma un percorso di media montagna, che intercetti anche pianure e fondovalle per raggiungere i borghi d’Italia con i loro tesori culturali. Non ci sarà solo da salire e scendere, ma anche da scoprire, così in queste terre ci saranno nuove possibilità di lavoro per i giovani che vogliono avviare un’attività". L’apertura è vicina e i primi escursionisti, promette Torti, potranno incamminarsi sul Sentiero Italia Cai già tra marzo e aprile.
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