Lunedì 4 Novembre 2024

Rigopiano, in appello 3 condanne in più. Un anno e 8 mesi all’ex prefetto di Pescara

Nel processo di primo grado Provolo era stato assolto. Condannati anche l’ex capo di gabinetto della prefettura e il tecnico comunale di Farindola. In totale 8 condanne e 22 assoluzioni: riformata in parte la sentenza di primo grado. I familiari: “Non è stata resa giustizia”

Sopra, i soccorsi dopo la valanga. Sotto, le vittime

Sopra, i soccorsi dopo la valanga. Sotto, le vittime

L’Aquila, 14 febbraio 2024 – Otto condanne e 22 assoluzioni: è il verdetto della Corte d'Appello dell'Aquila per la tragedia di Rigopiano avvenuta il 18 gennaio del 2017 e costata la vita a 29 persone che morirono nell'hotel travolto da una valanga.

La sentenza ha confermato le condanne di primo grado per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, a 2 anni e 8 mesi di reclusione; il dirigente del settore viabilità della Provincia di Pescara e il responsabile del servizio viabilità dell'ente, Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno); l'ex gestore dell'albergo della Gran Sasso Resort & SPA, Bruno Di Tommaso, e Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica per l'intervento sulle tettoie e verande dell'hotel, ai quali è stata inflitta dal Gup una pena di sei mesi di reclusione ciascuno.

Oltre all'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, che dovrà scontare una pena di un anno e otto mesi per falso e omissioni di atti d'ufficio, sono stati condannati Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura, e Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola. Tutti e tre erano stati assolti in primo grado. 

Il dirigente Bianco è stato condannato per falso. Colangeli per omicidio colposo e lesioni plurime. 

Dopo cinque ore di camera di consiglio i giudici della Corte d'Appello dell'Aquila hanno dunque riformato in parte la sentenza emessa dal tribunale di Pescara a febbraio dell'anno scorso. 

I familiari delle vittime

Approfondisci:

Sentenza d’Appello per Rigopiano, i familiari di Alessandro Riccetti: “I fatti gridavano vendetta”

Sentenza d’Appello per Rigopiano, i familiari di Alessandro Riccetti: “I fatti gridavano vendetta”

“Tutte le allerte valanga sono state ignorate. Con questa sentenza muore la prevenzione in Italia. Che la facciamo a fare?”. È il commento di Egidio Bonifazi, padre di Emanuele, 31enne addetto alla reception dell'hotel Rigopiano. “Ho provato molta confusione. Non hanno reso giustizia. Sono molto amareggiato perché non sono stati puniti i maggiori responsabili”, ha aggiunto Bonifazi.

“Ci aspettavamo di più – ha detto Alessio Feniello, padre di Stefano, il giovane di 28 anni morto sotto le macerie dell'hotel. La condanna della Regione e della Provincia. Non penso che sia una cosa normale tirare dentro un tecnico comunale e l'ex prefetto per depistaggio. Andavano condannati altri personaggi. Se oggi avessero preso tutti l'ergastolo a me non cambiava nulla. Potevo guardare la foto di mio figlio e dire ho fatto il mio dovere per darti giustizia”.

'Una sentenza che ripaga, seppur in parte, la delusione di quella di primo grado. Certo, non ci sono vincitori né vinti, ma si intravede la luce della verità'', ha commentato invece Alessandro di Michelangelo, fratello di Dino, anche lui morto nella strage.