di Paolo Rosato
Tutti contro l’uomo solo al comando nei sondaggi sotto le Due Torri, Matteo Lepore. Che ieri pomeriggio al confronto finale tra gli otto candidati a sindaco a Bologna (ma erano presenti in sette, perché l’esponente del Movimento 3V, Andrea Tosatto, non intende munirsi di Green pass), organizzato dal Resto del Carlino (nella foto), è stato attaccato da più parti. Del resto sono dieci gli anni consecutivi in cui Lepore (Pd) è stato assessore della giunta Merola, e paradossalmente non sono stati temi amministrativi a scatenare più scintille tra i candidati, ma una domanda sul referendum sulla cannabis legale e quindi sull’uso personale, se mai c’è stato. Lepore ha glissato ed è stato l’unico a non rispondere, spiegando poi a margine della contesa il perché della non replica: "Non credo che in un minuto uno possa spiegare le motivazioni personali". Al contrario Marta Collot (Potere al Popolo) e Federico Bacchiocchi (Partito comunista dei lavoratori) hanno ammesso l’utilizzo in passato, mentre Stefano Sermenghi (Bfc, Italexit), Fabio Battistini (centrodestra), Dora Palumbo (Sinistra Unita) e Luca Labanti (Mov. 24 agosto) hanno negato.
Al Teatro Celebrazioni, esauriti i 500 posti, il confronto si è acceso però anche su altri temi, dall’abbassamento delle tasse al problema della movida in zona universitaria, fino al caro affitti per gli studenti. Barricadera la sinistra. Collot: "Una città che non faccia paura? La vedo senza il Pd e i suoi scagnozzi. Merola è stato il primo a dare il Daspo urbano ai senza tetto e il suo partito ha stretto accordi con i lager libici".
Sempre intrisa di galante fair-play la linea di Fabio Battistini, il civico moderato sostenuto da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia che durante tutta la campagna ha mostrato delle sponde di dialogo all’avversario dem, che alcuni sondaggi darebbero vincente già al primo punto con il 60%. Ieri Battistini ha provato a pungere sulle tasse. "Il Comune ha un avanzo di bilancio di 70 milioni di euro, si possono utilizzare per abbassarle". Secca la risposta dell’assessore uscente: "Non puoi, quei soldi sono vincolati agli investimenti". Il civico ha chiuso con un appello agli indecisi: "Io sono l’imprevisto, il ballottaggio è a un tiro, andate a votare". Lepore invece ha già teso la mano per il dopo: "Non è vero che c’è già un vincitore. Il confronto c’è stato, e ci sarà anche in seguito".