Roma, 9 marzo 2025 – Ci sono più segnali stradali che italiani, neonati compresi. È la conclusione di Enrico Bonizzoli, esperto di sicurezza, competenza affinata in “32 anni di studio”. La sua stima: “Centosei cartelli a chilometro tra urbano ed extraurbano, naturalmente il numero è riferito al doppio senso di marcia”. Arriviamo così a superare gli 88 milioni di ‘avvisi’ in tutta Italia (se prendiamo come riferimento 832mila km di strade, dato Ansfisa 2024).

Bonizzoli, spauracchio di molti assessori al traffico, ci fa da guida nel nostro viaggio tra i segnali che dovrebbero darci sicurezza ma sono invece caotici e spesso incomprensibili. Non ha dubbi: “Tra le città peggiori c’è sicuramente Milano, dove vivo. Parlando in generale del paese: più o meno il 60% dei cartelli stradali sono sbagliati, irregolari o ridondanti. Se togliessimo il 40% dei segnali, l’utente della strada non se ne accorgerebbe neppure. Ho fatto una valutazione a livello nazionale, potremmo risparmiare quasi sei miliardi di euro”.

La storia per punti
La strada del Mit
E non si salva neppure il Piazzale di Porta Pia, casa del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, a Roma. Ecco un’istantanea delle irregolarità: “Stato precario della segnaletica, ma soprattutto sia il segnale di precedenza sia quello di stop devono essere sempre posti sopra gli altri. Quindi, la direzione obbligatoria andava sotto”. Ancora: “La dimensione dei cartelli non è conforme. E quello che indica il parcheggio delle bici non può essere usato così, questo veramente è un errore comune a tutta Italia”. “Roma è imbarazzante – è la chiosa della nostra guida –. Un altro esempio, via Roghudi. Lo scandalo è che in questa strada, in un incrocio a T, hanno messo un cartello che obbliga chi deve svoltare a sinistra, a girare intorno a un pino marittimo, a destra. La cosa pazzesca è che in realtà otto anni prima l’intervento era corretto. Poi, nel 2023, hanno aggiunto questi segnali che costringono a seguire un percorso assurdo e rischiano addirittura di provocare incidenti”.
Il record di Milano
Ma a Milano va anche peggio. Racconta Bonizzoli: “Ho fatto una mappatura su 45 chilometri di strade, è uscita una concentrazione media di un segnale ogni 8 metri”. Sarà un caso, si chiede, che sia “anche la città peggiore per le violazioni al codice della strada?”. Le informazioni caotiche generano incomprensione, indisciplina e quindi insicurezza, questo è un dato accertato da tutti gli studi. Mentre “la segnaletica stradale – sottolinea l’esperto - è quella che ci dovrebbe guidare”. Ma se è ridondante, ottiene l’effetto contrario. Il punto peggiore di Milano? La risposta arriva di spinta: “Piazza della Repubblica. Un giorno mi sono fermato, facendo una rotazione di 360 gradi ho contato oltre 100 pali. Tutto ormai è improntato alla manìa delle ciclabili, che stanno stravolgendo la viabilità ordinaria. Sia chiaro, sono pagato per farle e sono un ciclista. Ma ce l’ho con chi crea problemi e porta a violare il codice della strada, questo è sbagliato. E dà anche una falsa percezione di sicurezza a chi si muove sulle due ruote”.
Corsie e piste ciclabili
A proposito di questo e di segnaletica orizzontale. Forse non tutti sanno che in Italia le corsie ciclabili - molto presenti - “non sono a norma”. Diverse dalle piste, per il codice sono quella “parte della carreggiata posta di solito a destra, delimitata da una striscia continua o discontinua bianca”. Ricostruisce l’esperto: “Sono state introdotte nel 2020 con il decreto Rilancio ma non è mai stata apportata la modifica al regolamento. Quindi non sono normate e pertanto violano l’articolo 45, che prevede si possa realizzare solo segnaletica prevista dal codice. La cosa grave è che il ciclista si sente al sicuro ma l’utente della strada può non riconoscere l’elemento. Così, in caso di incidente, l’assicurazione potrebbe anche obiettare, io non ti pago. E questa è una cosa gravissima”.
Tappa a Bologna
Non si salva neppure Bologna. Dettagli. Bonizzoli ripesca dai suoi ricordi “una situazione molto ridicola, siamo vicino alla stazione. C’è un preavviso a dir poco assurdo. L’utente non riesce nemmeno a comprendere che cosa indichi davvero questo cartello, che fa riferimento a tutta l’area di sosta della stazione stessa, nella zona antistante possono entrare solo determinate categorie di veicoli”.
I limiti di velocità ballerini
Altro problema, in tutta Italia: la segnaletica con i limiti di velocità, che spesso cambiano rapidamente nel raggio di pochi chilometri. “La regola di base - chiarisce l’esperto - è che il gestore della strada mette una soglia per tutelarsi. Questa è l’assurdità. Ricordiamoci che ogni ente installa i propri cartelli. C’è un’unica fonte ministeriale, si chiama codice della strada. Se tutti lo applicassero e lo conoscessero... Invece, ciascuno ragiona a modo proprio”. Ma gli italiani conoscono i cartelli stradali? No, è la conclusione di chi si muove costantemente tra corsi di formazione e convegni. “Chiedo sempre: quanti sono i segnali previsti dal codice della strada? Mi rispondono 100-150. Invece sono quasi 500. E, nonostante questo, ci sono sempre Comuni che riescono a inventare segnaletica nuova”.