Domenica 22 Dicembre 2024
ANTONIO DEL PRETE
Cronaca

Seggiolini salva bebè, tre anni dopo la legge già migliaia di multe. "I rischi sono ignorati"

Altamura (polizie locali Anci): l’obbligo non basta, serve prevenzione. "Ai posti di controllo ci imbattiamo in ’ovetti’ vecchi e usurati. I neo genitori vanno informati ai corsi pre-parto, ci sono in gioco vite"

Roma, 9 giugno 2023 – Il buio è troppo nero per essere rischiarato dalle parole. "Non so cosa sia accaduto, ero convinto di avere lasciato mia figlia all’asilo". Stella, invece, era rimasta lì, seduta sul seggiolino dell’auto parcheggiata in una strada della Cecchignola, quartiere militare di Roma. Aveva 14 mesi. Durante l’interrogatorio il papà, l’appuntato dei carabinieri Sandro La Tona, racconta il solito tragico copione. È indagato per abbandono di minore, ma la pena più atroce è già stata comminata. "Sono vicino alla famiglia, la morte della bimba spezza il fiato", tiene a dire Luigi Altamura, comandante dei vigili urbani di Verona e componente del gruppo di coordinamento delle polizie locali dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. Uno che conosce nei dettagli il dossier sulla sicurezza in auto, ma non riesce ad avere un approccio freddo e distaccato. Parla da padre. "Io ho quattro figli, di cui due gemelli: quando erano piccoli di notte non riuscivano a prendere sonno e di giorno si addormentavano non appena li sistemavo sui seggiolini dell’auto – ricorda –. Avevo il terrore di dimenticarli lì, controllavo tre volte, purtroppo a volte ci si disconnette".

Roma, i carabinieri vicino all'auto dove è stata trovata morta la bimba (Ansa)
Roma, i carabinieri vicino all'auto dove è stata trovata morta la bimba (Ansa)

Altamura, quella di Roma è la prima tragedia dal 6 marzo 2020, quando è entrato in vigore l’obbligo del salva-bebè in auto. Le norme funzionano?

"La legge è efficace. Peraltro in questo settore l’Italia è all’avanguardia, mentre in altri Paesi europei manca una normativa ad hoc. Ma non è abbastanza, perché l’esperienza di tutti i giorni ci racconta una realtà con molte ombre".

Cosa intende?

"Dall’entrata in vigore dell’obbligo solo in Veneto sono state elevate più di 3mila sanzioni per l’assenza del dispositivo anti-abbandono. Un dato che su scala nazionale ovviamente si moltiplica in proporzione".

Come reagiscono gli automobilisti inadempienti colti in fallo?

"Solitamente l’infrazione viene alla luce a un posto di controllo o dopo un incidente. Di fronte alla reprimenda di un agente spesso le persone in difetto accampano scuse ridicole. Manca consapevolezza, e non solo riguardo al rischio di dimenticare un bimbo in auto. Spesso ci imbattiamo in seggiolini vecchi, usurati, non omologati. Quindi pericolosi. Un problema che coinvolge spesso anche i nonni".

Eppure, il governo aveva istituito un bonus per rimborsare almeno in parte l’acquisto dei nuovi dispositivi.

"Era una buona idea, ma le risorse sono finite presto. Quello strumento andrebbe rifinanziato".

Le sanzioni previste (da 81 a 333 euro e cinque punti in meno sulla patente) sono troppo blande?

"Probabilmente sì, ma non credo che inasprendole otterremmo granché. Meglio puntare sulla prevenzione".

Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps), sostiene che il dispositivo salva-bebè è poco pubblicizzato. È così?

"Putroppo sì, servono più informazione e marketing istituzionale a partire dai corsi preparto e dalle scuole materne. Faccio notare che l’obbligo del seggiolino anti-abbandono è entrato in vigore pochi giorni prima del lockdown deciso dal governo per affrontare l’emergenza Covid. Da quel momento in poi, dunque, se ne è parlato poco".

In alcuni comuni, come a Empoli, l’asilo nido è obbligato a contattare un genitore nel caso in cui il bimbo non sia presente. È una soluzione percorribile a livello nazionale?

"Senz’altro è una buona pratica che andrebbe presa come modello in tutta Italia".