Roma, 1 febbraio 2016 - In questi giorni 580.000 studenti di terza media stanno per fare la scelta della scuola superiore. Aiutare i ragazzi a scegliere dove trascorreranno 1000 ore all'anno della loro vita, per 5 anni, non è banale. Lo scorso anno, il 47,2 % dei ragazzi ha deciso di iscriversi ad un liceo, il 31,7 % agli istituti tecnici, il 21,1 % ai professionali . Spesso si scartano delle possibilità solo per preconcetto: "Non andrò mai in un tecnico o in un professionale", senza pensare alle proprie attitudini e al fatto che ci sono ottimi istituti tecnici che offrono percorsi di grande qualità (penso a quelli della rete della robotica di Torino).
Oppure si fanno delle scelte seguendo la corrente: "Dicono sia la scuola migliore", senza cercare di capire veramente qual è l'esperienza dei ragazzi che la frequentano e il valore aggiunto che dà in termini crescita umana, culturale e professionale. Tante volte si sceglie per esclusione: "Faccio il linguistico perché odio la matematica ", senza pensare se si è portati veramente per le lingue, o, "faccio scienze applicate perché non voglio far latino" , dimenticando se si amano veramente le materie scientifiche.
Iscriversi in una scuola perché va di moda, perché "l'hanno fatta i genitori", perché ci vanno gli amici , o perché è vicina a casa, non basta per rispondere alle aspettative vere dei ragazzi. I nostri figli dovranno reggere la sfida di un mondo in cui sarà sempre più importante quel che si è, rispetto a quel che si sa e che si possiede. Per questo è fondamentale decidere tenendo conto delle loro caratteristiche, delle loro potenzialità e della cosa più importante in una scuola : i docenti e il clima che vi si respira ogni giorno.
Il desiderio di costruire, la capacità di apertura , la disponibilità a lavorare con gli altri, la motivazione, la voglia di imparare, la curiosità, la responsabilità, la capacità di vivere in una dimensione internazionale, sono attitudini che si possono alimentare nel tempo, attraverso un paziente lavoro, in cui gli insegnanti possono avere un ruolo essenziale. In una scuola, infatti, non è solo importante "quello" che si insegna, ma anche "come" lo si insegna e il tipo di proposte che vengono fatte agli studenti.
Dopo il primo anno delle superiori, in Italia, uno studente su quattro cambia scuola o viene bocciato. Sbagliare indirizzo di studi può accadere, ma non dovrebbe essere la regola . Non è semplice per un adolescente rimettersi in gioco in un'altra classe, con altri professori e con altri compagni. A volte cambiare può trasformarsi in una grande occasione, ma spesso possono nascere tanti problemi. Per questo è molto importante cercare di scegliere la miglior strada possibile da subito, quella capace di mettere a frutto i talenti di ognuno.
Da quest' anno esiste uno strumento che può aiutare a capire in modo più approfondito com' è una scuola. Andando sul sito "Scuola in chiaro" del Ministero, lo stesso dove si potranno fare le iscrizioni fino al 22 febbraio, è possibile leggere i rapporti di valutazione delle scuole (RAV). In questo documento ci sono tanti dati sulle scuole e sono ben in evidenza i risultati scolastici, i risultati delle prove invalsi e i risultati a distanza: gli esiti nei primi due anni di università e i dati sull'inserimento nel mondo del lavoro. Ma anche questo non basta. Occorre ascoltare i propri figli, dialogare con i loro docenti e prendersi il tempo per parlare a fondo con chi frequenta le scuole in cui i nostri ragazzi desiderano andare. Solo se avremo chiare le priorità sapremo accompagnarli in questa scelta importante, senza sostituirci a loro.