Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Riapertura scuole, la data. Piemonte, no dad contro Cirio

Nel nuovo Dpcm il Governo pensa di riportare gli alunni in classe il 7 gennaio. M5S e Italia viva spingono per ridurre didattica a distanza già a dicembre

Torino, la studentessa Anita protesta contro la dad (Ansa)

Torino, la studentessa Anita protesta contro la dad (Ansa)

Roma, 28 novembre 2020 - Il Governo vuole riaprire le scuole il 7 gennaio 2021. Secondo fonti governative, è questo l'orientamento prevalente all'interno dell'esecutivo in vista del varo del nuovo Dpcm con i provvedimenti anti Covid. Nel corso della riunione tenutasi nella notte di venerdì Conte e gli esponenti della maggioranza non avrebbero ancora preso una decisione definitiva, ma fonti dei diversi partiti di maggioranza confermano che i ragazzi delle superiori dovrebbero tornare in classe solo all'inizio del nuovo anno, mentre a dicembre proseguirebbe per loro la didattica a distanza anche nelle zone gialle. Aprire a dicembre - è il ragionamento - vorrebbe dire portare i ragazzi in classe una o due settimane al massimo prima di richiudere a Natale: meglio fissare fin d'ora l'orizzonte di gennaio.

Nella maggioranza però Movimento 5 stelle e Italia viva spingerebbero per avviare già a dicembre una riduzione graduale della didattica a distanza per le superiori, forse già dal 14. Nelle aree a più basso contagio, dove ad oggi per le superiori c'è didattica a distanza al 100%, i liceali potrebbero gradualmente rientrare a  scuola già dalla metà del prossimo mese. Secondo fonti governative, il confronto è aperto. Tutte le scelte, sia quelle su dicembre che quelle su gennaio, dipenderanno dai dati del contagio.

Scuola, chi ritorna in classe

Per effetto del ritorno in zona gialla di alcune regioni, rimangono da lunedì con la didattica a distanza 3.320.958 alunni. Il calcolo lo fa 'Tuttoscuola'. Restano infatti a casa collegati con i loro professori in dad 2.734.012 studenti degli istituti della secondaria di secondo grado, oltre a circa 507mila alunni del primo ciclo nelle zone rosse rimaste (Campania, Toscana e Abruzzo), per un totale complessivo di 3 milioni e 241mila ragazzi. In Calabria e in Lombardia, passate dal rosso all'arancione, da lunedì ritorneranno a seguire le lezioni in presenza circa 719mila alunni, per la maggior parte delle classi seconde e terze di scuola secondaria. Con il rientro in classe degli alunni, non saranno più 362mila i docenti che dai primi di novembre erano stati costretti a seguire i loro alunni a distanza: saranno infatti 331.557 quelli che continueranno a farlo da casa. Saranno in classe anche 110.091 docenti di sostegno, mentre 60.288 loro colleghi seguiranno gli alunni affidati in altra forma.

Piemonte, l'ordinanza di Cirio

Nonostante il passaggio in zona arancione, in Piemonte proseguirà la didattica a distanza anche per secondo e terzo anno della scuola media. La decisione arriva come effetto dell'ordinanza firmata dal governatore Alberto Cirio. "E' una scelta dolorosa, ma necessaria - sottolinea Cirio -. Riaprire la scuola non è una priorità: è la priorità. Proprio per questo è fondamentale farlo in sicurezza, per non rischiare di dover richiudere fra un mese". Cirio ha inoltre aggiunto: "Già da lunedì lavoreremo per rimodulare il calendario scolastico dell'anno in corso e recuperare dalla primavera, cessata l'emergenza, i giorni in presenza che sono stati persi". La decisione presa da Cirio ha generato non poche polemiche.

La battaglia anti dad vede sempre più sulle barricate Anita, la dodicenne della scuola media 'Calvino' che con la compagna Lisa è diventata il simbolo della protesta degli studenti per il ritorno a scuola. "Ci stanno prendendo in giro. Vorrà dire che studieremo seduti davanti alla Regione". A giudicare quella di Cirio "una scelta non comprensibile" è anche la dirigente scolastica della scuola di Anita, e consigliera comunale Pd, Lorenza Patriarca, secondo cui le Medie sono "scuole di prossimità e quindi raggiungibili a piedi, senza pesare sui mezzi pubblici".