Milano, 29 febbraio 2020 - Le scuole di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto resteranno chiuse per un'altra settimana (fino a domenica 8 marzo) per l'emergenza Coronavirus. La decisione del governo, confortata dall'Isitituto superiore di Sanità e sentito il parere delle Regioni interessate, è andata nella direzione di altri 7 giorni di stop per scuole, nidi e università.
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Eccetto le tre regioni con aree cluster, le scuole riaprono in tutto il resto d'Italia. In Piemonte, però, il governatore Alberto Ciro ha puntualizzato che le lezioni riprenderannoil 4 marzo. "Lunedì e martedì gli edifici apriranno con all'interno solo il personale scolastico, mentre da mercoledì ricominceranno le attività didattiche - ha chiarito -. Lunedì e martedìtutte le scuole piemontesi saranno oggetto di una azione igienizzazione straordinaria, provvedimento che in questo momento riteniamo utile".
In Liguria si torna in classe ad eccezione della provincia di Savona. "La provincia di Savona vedrà applicate ancora le limitazioni valide oggi per tutta la Liguria, con le scuole chiuse, mentre le altre province della Liguria torneranno ad essere assimilate alle aree simili del resto del Paese, senza limitazioni", ha spiegato il governatore Giovanni Toti.
Le Marche si adeguano al coordinamento nazionale "ammettendo, come aveva proposto più volte il governo, lo stretto monitoraggio alle sole aree della provincia di Pesaro, cosi come per altre province confinanti con altre aree focolai, evitando così di trascinare l'intera regione nelle blacklist internazionali sulle regioni con aree con focolai".
Plauso dei pediatri: "Saggia decisione"
"In Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna al momento è in cura il 93% di tutti gli 821 positivi in Italia. Riteniamo pertanto saggia la decisione del governo, inserita nel nuovo decreto sull'epidemia, di prorogare la chiusura delle scuole in queste Regioni per altri 8 giorni - dice la Federazione Italiana Medici Pediatri, attraverso il suo presidente Paolo Biasci - . Abbiamo bisogno di tempo per contenere il contagio, evitare il caos negli studi pediatrici e nei pronto soccorso e occuparci di chi ha bisogno di cure".