Roma, 7 agosto 2023 - Anno scolastico nuovo, problemi vecchi. Manca poco più di un mese al ritorno sui banchi che, a seconda delle Regioni, prenderà via tra il 5 e il 15 settembre, ma sono diversi i nodi che continueranno ad affliggere il sistema scolastico italiano. In primis il valzer delle cattedre dovuto alla mancanza di docenti titolari.
Le cattedre vacanti
Nonostante le previste immissioni in ruolo, anche per l’anno scolastico 2023/2024 non verranno coperti tutti i posti vacanti e disponibili. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato per gli insegnanti 50.807 assunzioni alle quali "si aggiungeranno 30mila posti per il prossimo concorso Pnrr programmato per settembre, al fine di realizzare nei prossimi anni il target finale di 70mila". Numeri che – replicano i sindacati – non riusciranno a coprire l’intero contingente di posti disponibili. "A fronte delle assunzioni annunciate, – commenta Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil – mancano all’appello oltre 50mila posti, al netto del numero di posti che non saranno assegnati e che lo scorso anno furono circa la metà".
Boom di supplenze
In tale scenario, stando alle stime dei sindacati, saranno oltre 200mila i supplenti annuali. Un conto al quale vanno aggiunti i docenti precari chiamati per le supplenze brevi. Una situazione denunciata anche dai presidi. "Non si riescono a coprire gli oltre 200mila posti occupati da personale non di ruolo. Se si passasse all’assunzione da parte delle scuole questo problema sarebbe risolto" ha commentato il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli. "Si procederà con le nomine (dei docenti) a fine settembre, primi di ottobre – sottolinea Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua –. Gli alunni rischiano di cambiare anche tre docenti all’inizio dell’anno sulla stessa disciplina".
All’appello mancano anche i presidi
Secondo il sindacato dei presidi DirigentiScuola "un cospicuo numero di istituzioni scolastiche sarà affidato in reggenza, con effetti pregiudizievoli della necessaria efficienza scolastica, con ripercussioni sulle famiglie e sul futuro dei ragazzi perché il concorso ordinario non è stato bandito per tempo e soprattutto perché nello more l’Amministrazione non intente adottare altre soluzioni suggerite al ministro per coprire i posti vacanti".
Carenza di personale Ata
Anche sul fronte del personale Ata, essenziale per il funzionamento delle scuole, al netto delle previste 10mila immissioni in ruolo, si registrano carenze. "Con le previste assunzioni in ruolo del personale Ata il tasso di precarietà che si registra in questo settore – rileva la segretaria della Cisl Scuola Ivana Barbacci – è destinato ad aumentare. Le nomine autorizzate, infatti, coprono a malapena il 30% dei posti vacanti".
Il nodo stipendi
Ad agosto molti supplenti non hanno ancora ricevuto lo stipendio di maggio e giugno. E questo per il prossimo anno potrebbe rendere meno appetibili le cosiddette ‘supplenze brevi’. "Non si può lavorare senza essere pagati – commenta il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico –. Il governo deve mettere nella prossima legge di Bilancio le risorse per garantire la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo".