Appena ci siamo liberati del Covid, un altro virus sta contagiando l’Italia: quello dello scontrino pazzo. Le ricevute parlanti di bar, ristoranti, pizzerie, stabilimenti balneari e catene di fast food spopolano sui social con diciture allarmanti. L’inflazione, l’aumento del costo delle materie prime, la pandemia, la guerra in Ucraina, le bollette... hanno portato (a volte giustamente) aumenti sui menù. Ma adesso la situazione sta degenerando, con supplementi folli.
Il toast tagliato in due
Due euro in più perché hanno chiesto di avere il toast tagliato a metà: è quanto hanno dovuto pagare dei turisti in un bar a Gera Lario, nel Comasco. L’episodio – avvenuto a fine giugno – è stato reso noto su Tripadvisor e poi si è diffuso sui social. Il cliente ha postato la foto dello scontrino col supplemento, ma il gestore del bar si è giustificato: "Abbiamo usato piattini e tovaglioli in più". "Se un cliente mi chiede di fare due porzioni di un toast devo usare due piattini, due tovaglioli e andare al tavolo impegnando due mani. È vero che il cliente ha sempre ragione, ma è altrettanto vero che le richieste supplementari hanno un costo", ha concluso.
Il piattino per condividere
Due euro in più sul conto per un "piattino condivisione" vuoto. Lo scontrino con sorpresa è arrivato a una famiglia che ha pranzato in un ristorante di Finale Ligure e che si è vista addebitare la maggiorazione per poter fare assaggiare la trofie al pesto alla figlioletta. Sul caso è intervenuto anche il presidente ligure Giovanni Toti: "Non voglio difendere il ristoratore perché ritengo quell’extra sbagliato, voglio difendere però i tanti ristoratori che ogni giorno lavorano seriamente in Liguria, offrendo un grande servizio a cittadini e turisti grazie alle nostre eccellenze enogastronomiche". La titolare replica alle critiche: "Il lavoro va remunerato, ho 76 anni e lavoro con passione, ma è giusto che io venga pagata per quello che faccio. Le parole dette sui social e le recensioni negative non mi preoccupano, sono fiera del mio lavoro".
Supplemento festivo
Lavorare alla domenica o nei festivi costa sempre di più, ma ora si fa ricadere questo fardello anche sui clienti. In una gelateria di Torino un ragazzo con amici ha visto recapitarsi nel conto il ‘supplemento festività’. Il proprietario si è difeso dalle accuse spiegando che "all’esterno del locale c’era un cartello che avvertiva le persone di questo sovrapprezzo. In più lo abbiamo scritto anche nel listino, se uno non vuole pagarlo, può non entrare".
Pizze ben cotte
Solitamente seduti al ristorante ci si sente domandare: "Come la vuole cotta la carne?". E ognuno specifica il proprio gusto. Ma se si propone di "cuocere bene la pizza, al punto giusto", possiamo rischiare grosso. Come successo ad Albenga, quando due clienti hanno fatto la richiesta specifica, si sono visti arrivare le pizze perfette. La sorpresa, però, è giunta al momento del pagamento: sullo scontrino hanno notato una voce che non si aspettavano. Per la cottura a puntino, infatti, hanno dovuto pagare un sovrapprezzo di 2 euro.
Pagamento col pos
Le vie delle commissioni, o nuove mance, sono infinite. In un locale del Veneziano sullo scontrino è spuntata anche la voce ‘pagamento col pos’. Un rincaro del 27% sul costo dell’ordinazione visto che il totale consumato era di appena 3,70 euro. Il titolare del locale, però, ha ricevuto una multa da 2mila per pratica illecita: applicare un supplemento di prezzo per l’utilizzo del bancomat al posto del denaro contante, infatti, non è consentito.