Napoli, 24 ottobre 2020 - Dopo gli scontri della scorsa notte ancora tensioni a Napoli tra manifestanti e forze dell'ordine. In piazza dei Martiri dalle 16 era in corso una manifestazione promossa dai Centri sociali, da Cobas e da alcune liste di disoccupati che protestavano contro le politiche economiche di Confindustria. La tensione è cresciuta rapidamente, sono state lanciate alcune uova riempite di vernice rossa contro la facciata di Palazzo Partanna, sede dell'Unione degli industriali, accompagnate da insulti contro il presidente di Confindustria.
Al lancio di petardi e di oggetti le forze dell'ordine che erano presenti in zona con camionette d'ordinanza e scudi protettivi sono intervenute. Una carica di alleggerimento ha disperso i manifestanti nelle stradine a ridosso della piazza. Gli agenti, in assetto antisommossa, hanno fermato i manifestanti intenzionati ad andare in corteo verso via Santa Lucia, dove c'è la sede della giunta regionale della Campania, già presa d'assalto ieri sera, e in piazza del Plebiscito dove è in corso il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato stamattina dal prefetto Marco Valentini pproprio sulla guerriglia urbana del lungomare partenopeo.
Al presidio di protesta presenti esponenti del movimento "Per fronte unico di classe", del partito dei Carc, del laboratorio politico Iskra, aderenti al gruppo Movimento disoccupati 7 novembre, del Si Cobas e apparententi alle realtà antagoniste locali.
De Luca, non lockdown senza piano aiuti
Il temuto lockdown in Campania non arriverà. Il governatore Vincenzo De Luca ha cambiato idea dopo la conferenza Stato-Regioni, da cui "è emersa l'indicazione del Governo di non assumere drastiche misure restrittive a livello nazionale. In queste condizioni diventa improponibile realizzare misure limitate a una sola regione, al di fuori quindi di una decisione nazionale, che comporterebbe anche incontrollabili spostamenti al di fuori dei confini regionali". Altro elemento è l'assenza al momento di un piano socioeconomico di ristori, che il governatore considera essenziale prima di varare drastiche chiusure.
Notte di guerriglia a Napoli
Gli scontri di ieri sera a Napoli sono stati "attacchi preordinati", "veri e propri episodi di guerriglia urbana", ha affermato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. La ministra ha condannato gli atti di violenza avvenuti nella prima notte di coprifuoco, e per imminente lockdown regionale. Attacchi "organizzati e inaccettabili", ha detto Lamorgese esprimendo "solidarietà e vicinanza" alle forze di polizia, ai militari e ai membri della polizia locale che sono stati aggrediti e feriti".
Le aggressioni viste a Napoli "nulla hanno a che fare con le forme di dissenso civile e con le legittime preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori legate alla difficile situazione economica", ha sottolineato il ministro dell'Interno.
Oggi il prefetto di Napoli ha convocato il comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza. Intanto ci sono i primi arresti: due 32enni residenti nel quartiere Vasto, già noti alle forze dell'ordine per droga, sono stati arrestati in flagranza di reato durantegli scontri di ieri notte nei pressi del Palazzo Santa Lucia, sede della Regione, e sono già stati condannati: un anno e 8 mesi per uno, e un anno e due mesi, con pena sospesa, per l'altro.
De Luca: spettacolo indegno
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca in una nota: "Ieri sera si è assistito a Napoli a uno spettacolo indegno di violenza e di guerriglia urbana organizzata, che nulla ha da spartire con le categorie sociali. Ieri si applicavano le stesse ordinanze a Milano, Roma e Napoli. E mentre a Milano e Roma le città erano deserte nel rispetto delle norme, a Napoli c'erano violenze e vandalismo. Alcune centinaia di delinquenti hanno sporcato l'immagine della città". Il presidente della Regione ha assicurato: "Continueremo a seguire la nostra linea di rigore, senza cambiare di una virgola, come è nostro dovere fare". De Luca ha chiarito: "Vogliamo chiarire che i protagonisti di questi episodi non hanno nulla a che fare con le categorie economiche e con i cittadini di Napoli, che hanno dato in questi mesi una prova straordinaria di autodisciplina e di responsabilità, e che tuteleremo fino in fondo sul piano sanitario e su quello sociale". Infine il governatore campano ha chiesto l'impegno del governo "a garantire la legalità e il rispetto delle leggi; a mettere a punto immediatamente un piano di sostegno socio-economico per le categorie produttive e per le famiglie. Questo sostegno costituisce una priorità assoluta, al pari delle misure sanitarie, come abbiamo fatto in Campania con un piano economico e sociale scattato contestualmente alle misure restrittive". "Da oggi non accetteremo ritardi e interlocuzioni se non si affronta da subito il tema sociale. Sollecitiamo un incontro ad horas con il Governo su questi punti", ha aggiunto De Luca.
De Magistris: notte buia
"È stata una notte buia per la nostra città, una notte di tristezza, di amarezza, una notte insonne piena di pensieri. Le immagini di Santa Lucia attraversata dalla violenza non sono la Napoli della Resistenza, della non violenza, della cultura democratica", è stato il commento del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in un video messaggio. Il primo cittadino partenopae esprime "solidarietà a tutte le persone rimaste stanotte vittime della violenza a cominciare dagli operatori dell'informazione". E conclude: "Napoli nella sua storia ha dimostrato di saper resistere e vincere perchè quando la storia bussa alle porte di Napoli il popolo sa dove andare e sa respingere la violenza sempre e comunque in ogni forma".
Gli scontri di Napoli sui media del mondo
Tutti i principali siti di informazione internazionali, dagli Usa al Medio Oriente, si sono occupati dei disordini a Napoli. Le immagini delle proteste compaiono nelle homepage dei media di tutto il mondo. Il 'Washington Post' dedica ampio spazio ai tumulti, mentre in Inghilterra anche tv e giornali si sono interessati dei fatti accaduti nel capoluogo campano. La 'Bbc' titola "Scontri a Napoli per l'inasprimento delle restrizioni".
A luglio Dia segnalava rischio
L'allarme per possibili rivolte dovute al disagio sociale per le restrizioni, che vanno a intaccare anche gli interessi della criminalità organizzata, era stato lanciato dalla stessa Lamorgese lo scorso luglio, in occasione della presentazione al Parlamento dell'ultima relazione sull'attività svolta dalla Direzione Investigativa Antimafia. Nel rapporto si legge: "Le organizzazioni criminali hanno tutto l'interesse a fomentare episodi di intolleranza urbana, strumentalizzando la situazione di disagio economico per trasformarla in protesta sociale, specie al Sud. Parallelamente, le organizzazioni si stanno proponendo come welfare alternativo a quello statale, offrendo generi di prima necessità e sussidi di carattere economico".