Roma, 7 luglio 2024 - Sette e scomparsi in Italia: i numeri di questo incrocio sfuggono alle statistiche, si può tentare una stima. Quante sono le persone che vengono inghiottite da questi gruppi e svaniscono senza lasciare tracce? Di certo alimentano anche un flusso di denaro, perché quasi sempre sono esperienze a pagamento.
Sette e scomparsi in Italia, la stima
“Centinaia di casi all’anno, nell’80% le persone per fortuna vengono ritrovate”. L’analisi è di Giuseppe Bisetto, coordinatore nel Triveneto del Gris, il Gruppo ricerca sette che in tutta Italia ha una struttura legata alle diocesi.
“Sette e scomparsi: così è iniziato il mio impegno nel Gris”
All’inizio del suo impegno nel Gris, 35 anni fa, Bisetto ricorda di essersi trovato di fronte al primo caso di scomparsa legato a una setta. “Era una studentessa, per i genitori era partita per un campo scuola. Invece era sparita con la setta di Moon”.
Quali sono le sette “di tendenza”
Secondo il coordinatore del Gris, i gruppi più pericolosi sono quelli che “propongono terapie alternative, guarigioni miracolose”. L’identikit delle vittime: persone fra i 30 e i 50 anni, soprattutto donne.
Come se ne esce?
Ma come se ne esce? Come si aiuta una persona a riprendere i legami con i suoi affetti? Perché è proprio su questo punto che fanno leva le sette, l’isolamento. “Proprio come per la droga, ognuno ha la propria storia - riflette Bisetto, un passato anche di insegnante -. Il lavoro è soprattutto psicologico. O, come usa dire Andreoli, da ‘psicocosi’, riguarda anche psichiatri e psicoanalisti. In Francia esistono comunità terapeutiche che aiutano le persone a riavvicinarsi alla famiglia. Da noi no”.