Roma, 4 agosto 2023 - Sergio Isidori aveva 5 anni e mezzo, i capelli ricci e l’erre moscia quando scomparve da Villa Potenza (Macerata), era il 23 aprile 1979.
Ormai sono passati più di 44 anni. Eppure sul mistero mai risolto di questo bambino non si sono mai accesi i riflettori come per altri casi mediatici, da Denise Pipitone ad Angela Celentano.
La sorella Giorgia: noi speriamo sempre
“Eppure mio padre Eraldo, che purtroppo è morto, ha fatto di tutto perché il caso fosse sotto i riflettori - si commuove Giorgia, la sorella di Sergio -. Anche papa Giovanni Paolo II fece un appello”. La donna, che è presidente di Penelope Marche, non era ancora nata quando il dramma della scomparsa si abbattè sulla sua famiglia. “Mia mamma era incinta – ricorda-. Io poi ho letto gli atti, ho parlato con i testimoni. Ecco l’idea che ci siamo fatti“.
Cos’è successo secondo la famiglia
Sergio Isidori sparì in un giorno particolare, il paese era affollato per i funerali del parroco. C’era tanta gente in giro, tanta gente anche mai vista. “Mio padre allora faceva l’elettrauto – racconta Giorgia -. Ha sempre pensato che Sergio fosse stato rapito. E lo pensiamo anche noi”. La pista potrebbe essere quella di “un’adozione illegale”, suggerisce la presidente di Penelope Marche.
Ma oggi che cosa vi aspettate? “La domanda è giusta – riconosce Giorgia Isidori -. Perché gli anni trascorsi sono davvero tanti. Ma noi viviamo sempre nella speranza. Aspettiamo che qualcuno si voglia lavare la coscienza, magari con una lettera anonima che ci faccia sapere com’è andata. Anche questo potrebbe alleviare il nostro dolore”.
Il prete e la cartomante
La scomparsa di Sergio Isidori è affollata di misteri: dal prete - don Mario Buongarzoni, scomparso - che scrisse di un bambino sparito e di una fine tragica per colpa di un pedofilo, a una cartomante. “Nel corso degli anni le fattucchiere si sono avvicinate alla mia famiglia, ma solo per spillare soldi”, è la conclusione amara di Giorgia Isidori. Che rammenta: “Si fece avanti anche una banda locale. Dicevano di avere notizie, di voler aiutare la mia famiglia ma avevano bisogno di denaro”.
La testimonianza chiave
Ma c’è soprattutto una testimonianza che è rimasta nella memoria. “Qualcuno vide mio fratello giocare sotto casa con dei bambini che non sono mai stati identificati. A Villa Potenza, frazione di Macerata, ci si conosceva tutti. Chi erano? C’è chi ha pensato alla pista dei nomadi”.
Luca Sartini, l’avvocato della famiglia, ricorda che il mistero del piccolo Sergio per la giustizia è stato tradotto “nel modello 44, sono quei fascicoli cosiddetti relativi, in qualsiasi momento se ci sono novità di qualsivoglia natura si possono riaprire le indagini”. La famiglia ci spera, ancora. E la sorella Giorgia in cuor suo non cancella l’idea di poter incrociare uno sguardo familiare, un giorno, chissà.