Roma, 11 novembre 2024 - Mirella Gregori è andata via spontaneamente da casa per un appuntamento ‘segreto’ e poi è stata uccisa, lo stesso giorno, sabato 7 maggio 1983.
Ne è convinta la criminologa Roberta Bruzzone che documenta l’ipotesi nel libro dedicato a uno dei più grandi gialli d’Italia, la scomparsa della 15enne romana (Mirella Gregori, viaggio in un’indagine imperfetta, studio e analisi degli atti), scritto con Roberta Catania, Margherita Di Biagio e Laura Genovesi (Mursia editore).
Ecco le risposte.
“Gli errori delle indagini”
Dottoressa Bruzzone, nelle conclusioni del libro scrivete: non ci sono delitti perfetti ma indagini imperfette. Quali sono gli errori più gravi commessi in questa storia? “Fondamentalmente il fatto di avere sottovalutato dall’inizio la scomparsa. Non c’è un’attività investigativa intensa nel momento iniziale, che è anche la fase cruciale. E l’errore principale è l’aver ipotizzato, purtroppo in maniera quasi insuperabile, che vi fosse un legame tra la scomparsa di Mirella Gregori e quella di Emanuela Orlandi. Da quel momento il caso Gregori non ha più avuto speranza di essere risolto, a nostro modo di vedere”.
“Mirella Gregori e Emanuela Orlandi non sono collegate”
Questo collegamento tra le due scomparse è avvenuto per ‘caso’? “Dal nostro punto di vista no. Qualcuno ha agito per fare in modo di sfruttare l’effetto alone del caso Orlandi e trascinare con sé anche il caso Gregori, verso il quale si è creata così una sorta di pregiudizio. A nostro parere le due storie non sono collegate. Ma trattandole come se lo fossero e dando maggiore attenzione al caso Orlandi, il caso Gregori ha perso definitivamente quota”.
“Mirella Gregori, un caso di femminicidio”
Per voi la scomparsa di Mirella Gregori nasconde un femminicidio? “Assolutamente sì”, non ha dubbi Bruzzone. E aggiunge: “Veramente per noi è un femminicidio anche il caso di Emanuela Orlandi”.
Da quanto ricostruito fino ad oggi, l’ultima a vedere Mirella è stata Sonia De Vito. Prima di sparire la quindicenne ha fatto tappa per 15 minuti al bar dell’amica vicino a casa, dove si era già fermata al ritorno da scuola. “Noi pensiamo che in quei 15 minuti sia avvenuto qualcosa di molto significativo che però fino ad oggi non è mai stato raccontato davvero - ipotizza Bruzzone -. La De Vito è stata sentita più volte, nelle sue dichiarazioni ci sono anche degli aspetti incoerenti. E gli stessi familiari hanno reso dichiarazioni incoerenti, ad esempio sull’abbigliamento di Mirella”.
Quel quarto d’ora con l’amica Sonia
“Sicuramente Sonia De Vito avrebbe dovuto essere sentita in modo più incisivo sugli aspetti incoerenti delle sue dichiarazioni”, rimarca la criminologa. Nel libro ricorda che l’amica “verrà convocata per la prima volta soltanto il 31 maggio 1983”. Quel sabato 7 maggio Mirella esce di casa dopo che qualcuno le ha citofonato. La madre Vittoria Arzenton ricorda il nome pronunciato dalla figlia, “Alessandro”, un ex amico di scuola. Ma nemmeno su questo ci sono certezze.
L’importanza dei diari
Per Roberta Bruzzone c’è un documento fondamentale per capire questo caso. “La storia di Mirella, le abitudini, le angosce e le speranze sono contenute nei diari, a nostro modo di vedere i diari contengono anche la soluzione del giallo”.
Il ragazzo misterioso
Si è fatta un’idea sull’ipotetico ragazzo o adulto dell’appuntamento? “No - risponde Bruzzone -. Ma sicuramente ci sono una serie di soggetti che avrebbero dovuto essere ‘attenzionati’ e non lo sono stati”.
Che cosa può accadere ora
Dunque la soluzione del femminicidio di Mirella è persa per sempre? “È molto probabile - riconosce Bruzzone -. A meno che non si riparta dai punti che abbiamo indicato nel libro, si risentano alcune persone e magari da lì possa emergere qualche nuovo passaggio. Questa è l’unica strada ipotizzabile”.
Il lavoro della Commissione
“Francamente non credo molto nel lavoro della Commissione parlamentare. Perché trattare i due casi di Mirella ed Emanuela insieme credo che sia l’ennesimo errore. Ancora siamo all’ipotesi del collegamento, quindi temo ci sia ben poco da sperare. Con il massimo rispetto per tutti”.
La misteriosa isola turca di Buyucada (come per Angela Celentano)
‘Curiosamente’ una delle tante segnalazioni sulla scomparsa di Mirella Gregori nel 1984 portava all’isola di Buyucada. “Una fonte confidenziale, ritenuta attendibile, dà il via a una nuova pista investigativa che conduce gli inquirenti sino in Turchia ma che, presto, si conclude in un nulla di fatto”, si legge nel libro. Colpisce il nome della località, la stessa dell’ultima inchiesta sulla scomparsa di Angela Celentano.
“Mirella Gregori è morta subito”
In sintesi. “Mirella Gregori - è diretta Bruzzone, com’è nel suo stile - non è sopravvissuta alla giornata della scomparsa. Non ci sono elementi che portano oggi a ipotizzare che il suo sia stato un sequestro. Non c’è nessun elemento che ci dice che abbia superato quella giornata. L’ipotesi più realistica è omicidio con soppressione di cadavere. Dopo quarant’anni è arrivato il momento di chiamare le cose con il loro nome. Sull’assassino si possono fare due ipotesi: o un adulto con un’auto a disposizione o una persona che ha comunque potuto contare sull’aiuto di un adulto”.