Lunedì 15 Luglio 2024
RITA BARTOLOMEI
Scomparsi

Garofano, ex capo del Ris: “Fiducioso su Kata. Dai cani ai georadar, la tecnologia per cercare gli scomparsi”

Generale dei carabinieri in congedo e biologo: “Il tempo che passa è il vero nemico. La tempestitvità delle indagini è fondamentale”

Roma, 28 luglio 2023 - Tra gli ultimi casi: la scomparsa di Kata.

Luciano Garofano - ex comandante del Ris, biologo specializzato in tossicologia forense - è consulente dei genitori. La bimba è svanita nel nulla a Firenze il 5 giugno, mentre giocava nel cortile dell’ex hotel Astor. “Sono ancora fiducioso - dichiara il generale dei carabinieri in congedo - anche per le informazioni che indirettamente arrivano dalla famiglia”.

Da Denise Pipitone a Kata: cosa è indispensabile nelle ricerche di minori e in generale di persone scomparse? “Sulla base degli incontri che ho avuto soprattutto in Sicilia, avevo pensato a un’organizzazione diversa rispetto a quella di oggi che ruota attorno alle prefetture”.

Luciano Garofano, ex comandante del Ris
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Cosa si può migliorare? “Noto che, nonostante siano previsti i piani provinciali per la ricerca, il meccanismo si attiva con troppa lentezza. Se noi oggi non puntiamo sulla tempestività da una parte e dall’altra anche sulla possibilità di coinvolgere altri professionisti, perché le forze dell’ordine magari sono impegnate su più fronti, questo significa perdere tempo rispetto a fonti di prova importanti”.

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Ad esempio? “Tutte le immagini di videosorveglianza. Se acquisite nell’immediatezza hanno un senso perché ti consentono poi di elaborarle. Dopo una settimana, invece, magari si è perso il 50% delle riprese perché si sovrascrivono. E poi servono specialisti come antropologi o geologi, quando ad esempio le ricerche sono riferite ad ambiti particolari”. Era così il Monte Faito, dove sabato 10 agosto 1996 sparì Angela Celentano, un altro dei grandi misteri italiani. “Per questo, pur lasciando la gestione degli scomparsi al prefetto, bisognerebbe coinvolgere gli ordini professionali. Per mettere in atto una sorta di preallarme. E poter contare subito su cani, georadar o altri strumenti di localizzazione sotterranea”.

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Quali sono i sistemi tecnologici più efficaci? “Dipende dall’ambito in cui si sospetta che la persona sia scomparsa o sia stata eliminata, come nel caso di Saman. Penso a droni, termocamere... Occorrerebbe sfruttare la forza delle competenze che può avere un professionista specializzato in un certo tipo di strumentazione. Poter attivare in ogni provincia una collaborazione con gli ordini professionali e quindi stabilire una sorta di turnazione. Il tempo che passa è nemico di ogni indagine. Fondamentale fin da subito anche elaborare l’autopsia psicologica della vittima, ricostruire il mondo relazionale della persona scomparsa, le sue relazioni. A questo si collegano i dispositivi elettronici e quindi i contatti. La tempestività in questo caso significa aver subito delle idee precise. Approfondirle può fare la differenza”.

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