Domenica 22 Dicembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Scomparsi

Gabriele De Tursi sparito a Strongoli, la lettera anonima e la moto. La mamma: “Lo cercherò per tutta la vita”

Anna Dattoli, madre del 19enne scomparso in Calabria il 5 giugno 2013: “Quando mi hanno fatto ritrovare la sua Honda, ho capito che era stato ammazzato. Ma non mi rassegnerò mai”

Strongoli (Crotone), 10 maggio 2024 - Gabriele De Tursi è sparito da Strongoli (Crotone), in un pomeriggio di giugno, era mercoledì 5, era il 2013. “Vado a prendere un caffè”, ha detto alla mamma Anna uscendo con la moto Honda Hornet 600 di colore blu. Invece è svanito nel nulla. Abbiamo raggiunto al telefono la signora Anna Dattoli.

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Gabriele De Tursi è scomparso a Strongoli (Crotone) il 5 giugno 2013. la mamma Anna Dattoli: "Lo cercherò per tutta la vita"
Gabriele De Tursi è scomparso a Strongoli (Crotone) il 5 giugno 2013. la mamma Anna Dattoli: "Lo cercherò per tutta la vita"

Che idea si è fatta in questi undici anni?

“Non ci sono certezze, solo voci di paese. Una settimana dopo la scomparsa di Gabriele, è venuto un sacerdote a casa. Mi ha detto che mio figlio aveva discusso con una persona, che forse volevano dargli una lezione”. Quella persona era un ‘intoccabile’?

“Esattamente. A me Gabriele non aveva raccontato niente, lo vedevo tranquillissimo. Ma temo che lo abbiano ammazzato di botte. Mio figlio aveva questo carattere, se lo accusavano ingiustamente, reagiva”.

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Cosa faceva Gabriele?

“Aveva appena preso una qualifica da elettricista, aveva appena finito la scuola. Si sarebbe inserito piano piano nel lavoro. Ma non ha avuto tempo”.

C’è qualcuno che sa e non parla?

“Sicuramente. Nella vita c’è tanta omertà, c’è tanta cattiveria”.

Ma lei è rimasta a vivere a Strongoli.

“Non ho mai pensato di andarmene. Dovrebbero farlo altri”.

In tutti questi anni, ha avuto dei segnali?

“Gabriele era scomparso da nove mesi, un giorno in chiesa un prete mi dice che avevano lasciato una lettera anonima sotto la porta della sacrestia”.

Che cosa c’era scritto?

“Dove poter ritrovare la moto. Il sacerdote mi ha consegnato la lettera, io l’ho portata ai carabinieri”.

Non si è mai scoperto l’autore di quella lettera?

“No, il messaggio era scritto al computer. Quando hanno trovato la moto, era perfetta, non c’era un filo d’erba, non aveva un graffio, mancava soltanto lo specchietto. Finché non me l’hanno fatta ritrovare, avevo ancora la speranza che Gabriele ritornasse. Ma dopo ho capito che era un segnale”.

Un segnale mafioso?

“Esattamente. Volevano dirmi, rassegnati, Gabriele non tornerà più. Ma io non mi fermo. A casa nostra arrivano ragazzi di tutta Italia, faccio testimonianza con Libera. E ogni volta ripeto che mio figlio morirà quando morirò io”.

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