Roma, 6 agosto 2023 - Federico Caffè è scomparso il 15 aprile 1987 dalla sua casa di Monte Mario, a Roma. Il professore – economista insigne, maestro anche di Mario Draghi – aveva 73 anni. E da 36 il suo nome è associato a un mistero irrisolto. Un rebus. Spesso ‘paragonato’ a quello di Ettore Majorana, il fisico geniale svanito nel nulla il 25 marzo 1938. Tra i grandi gialli d’Italia con Emanuela Orlandi, Denise Pipitone, Angela Celentano.
Sul comodino vennero ritrovati l’orologio, gli occhiali, le chiavi. Ma che cosa accadde al luminare di Economia, professore alla Sapienza e tra i pensatori più influenti della sua generazione? Dal suicidio al ritiro in convento, si è detto e scritto di tutto.
Antonio Del Greco, oggi direttore operativo Italpol, fu tra gli investigatori impegnati nelle ricerche. Dirigeva la settima sezione della Mobile della Questura di Roma. Ecco la sua ricostruzione.
Che idea si è fatto della fine di Federico Caffè? “Suicidio, non ho dubbi. Ma purtroppo non siamo mai riusciti a ritrovare il corpo. Abbiamo cercato molto, soprattutto nella collina di Monte Mario. Il professore non aveva portato nulla con sé, non poteva essersi allontanato troppo”.
Il fratello Alfonso aveva accennato a un periodo di depressione. “Infatti è stata soprattutto la testimonianza dei familiari a farci privilegiare su altre l’ipotesi che Federico Caffè si fosse tolto la vita”. Si era parlato anche di un possibile ritiro in convento. Come si disse dell’altro genio sparito, Majorana. “Mi sembra davvero impossibile. Avremmo avuto sicuramente delle testimonianze, anche postume”.
Che ricordo conserva di quelle ore concitate? “Scattò un allarme abbastanza tardivo. Ci venne segnalato dal commissariato di zona che c’era stata questa scomparsa. Ho partecipato alle ricerche dirette, con battute nella zona vicino a casa, ci aiutavano i cani e gli elicotteri. E anche alle indagini, abbiamo sentito i familiari, cercando di capire le motivazioni. Dovevamo mettere a fuoco bene la figura del professore. Perché anche se era una persona notissima, non avevamo notizie, ad esempio sul suo stato di salute”.
Quando ha capito che il mistero non si sarebbe risolto? “Quando, dopo una scomparsa, non si hanno notizie per 24-48 ore, generalmente si pensa sempre al peggio”. Ha avuto la curiosità di capire di più sulla figura di quest’uomo, maestro di tanti, anche dell’ex premier Draghi? “Sì, ma poi anch’io ho studiato sui suoi libri. Quindi Federico Caffè alla fine è stato un maestro anche per me”.
Oggi le tecniche di ricerca hanno fatto passi da gigante rispetto al 1987. “Sì, questo è vero. Ma anche casi successivi dimostrano che quando una persona non vuole dare segni, non si ritrova più. E le scomparse sono davvero tante”.
Si risolverà mai, questo mistero? “Difficile. Al contrario di tanti altri casi, questa persona sembra davvero svanita nel nulla. E non sono mai emerse testimonianze, anche nel corso del tempo”. Vuol dire che attorno a questa scomparsa c’è stato un grande silenzio? “Un grande silenzio, sì. Questa effettivamente mi sembra la sintesi giusta”.