Roma, 13 gennaio 2024 – Torna in piazza per la sorella Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno 1983 a 15 anni, uno dei grandi misteri italiani. Domani compirebbe 56 anni. Pietro Orlandi oggi pomeriggio alle 15.30 chiama il ‘popolo’ dei sostenitori che ringrazia in piazza Cavour. Lo fa a pochi giorni dall’ultimo intervento del Vaticano, che ha promesso di andare avanti nelle indagini. E lo fa con due propositi chiari, quelli di sempre. Il desiderio di “dare un segnale forte” verso coloro che ancora “vogliono occultare la verità” ma anche la richiesta di “accelerare i tempi e far partire” finalmente la Commissione d’inchiesta.
L’appello a papa Francesco
Nei giorni scorsi Pietro Orlandi si era rivolto direttamente a papa Francesco. “Lui sicuramente sa cosa è successo a mia sorella, come lo sapevano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”. Bergoglio “alzi la voce”, aveva detto, perché “il Vaticano non sta facendo quello che ha chiesto” quando ha dato impulso alla “procura” d'Oltretevere ad aprire formalmente un'inchiesta come avvenuto esattamente un anno fa. Il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, gli aveva subito risposto: “Stiamo continuando a lavorare”.
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"I casi Orlandi e Gregori non sono collegati”
Fin dall’inizio si è stabilito un collegamento tra il caso Orlandi e la scomparsa di Mirella Gregori, che risale a un mese e mezzo prima, era il 7 maggio 1983. Ma l’ultima pista, indagata in un libro al quale sta lavorando (in squadra) la criminologa Roberta Bruzzone, smonta questa teoria. E anzi la considera “un depistaggio”. La soluzione “è molto più vicina a Mirella”, è la convinzione da una lettura integrale degli atti.