Potenza, 18 marzo 2024 - Largo Elisa Claps: si chiamerà così, secondo la proposta di un consigliere, approvata all’unanimità dalla giunta di Potenza, lo spazio davanti alla chiesa della Santissima Trinità. Nel sottotetto dell’edificio sacro il 17 marzo 2010 alcuni operai ritrovarono il corpo della ragazza, scomparsa a 16 anni, il 12 settembre 1993.
Filomena, 87 anni, la mamma di Elisa, al telefono con Qn.net si commuove a quella prospettiva. “Quando sarà apposta la targa, ricomincerò a passare da lì”, dice.
Lei, con una grandissima energia, continua a chiedere la “vera verità”.
"Ed è proprio questo a darmi la forza per andare avanti”.
Quali sono i misteri mai chiariti nella morte di Elisa?
“Ci sono domande ancora senza risposta. Chi ha portato il corpo nel sottotetto? Elisa non è morta certo là. Anche perché non era facile entrarci. Chi ha fatto il buco nel sottotetto, un foro abbastanza grande per non far venire cattivo odore? E c’erano anche tegole rotte, sopra. A chi apparteneva il bottone rosso trovato sotto il corpo?”.
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Non è stato Danilo Restivo a nascondere il cadavere?
"No, assolutamente, Danilo ha fatto quello che ha fatto ed è andato via. Quella porticina per entrare nel sottotetto era troppo piccola, assurdo pensarlo. Quindi Elisa è stata avvolta in qualche tappeto e portata sopra”.
Si arriverà a dare risposta a queste domande?
"Sicuramente ci sono ancora tante persone che conoscono la verità. Dico sempre, dovrebbero lavarsi la coscienza”.
Ora c’è la prospettiva dello spazio davanti alla chiesa intitolato a Elisa.
“Per me quel giorno vorrà dire che di lei nella chiesa non c’è più niente. Quando ci sarà la targa, potrò ricominciare a passare di là. Come dicono i bambini, quel giorno Elisa potrà volare in cielo come una farfalla, i piccoli la descrivono così. E’ bellissimo andare a parlare con loro nelle scuole. Elisa quel giorno potrà essere libera”.
Lei è instancabile nel suo appello per la verità.
"Tante persone sono venute a mancare e si sono portate nella tomba il loro segreto, il fardello che avevano sulle spalle. Ma ci sono tante altre che sanno cosa è successo là dentro. Mi auguro che prima o poi dicano la verità. Questo è l’unico mio desiderio. Dopo, me ne potrò andare serenamente”.